Sono 20.000 le battute di cui si è arricchito il mio libro oggi: una giornata dunque serenamente produttiva. La full immersion che mi tiene lontano dall'ufficio è sicuramente la situazione ideale per scrivere, riordinare le idee e dare forma a quel progetto editoriale da tanto tempo pensato e non ancora messo in pratica. Devo riconoscere che non sono tanto abituata alla tranquillità: ogni tanto mi devo alzare, mangiucchio qualcosa, fanno una giratina, mi rimetto a scrivere, sfoglio un libro. Il silenzio del telefono mi fa quasi impressione. Dal mio studiolo non si sente alcun rumore proveniente dalla strada: solo il ticchettio dei tasti e la ventola del computer mi ricorda che il tempo non si è fermato.
Sono molto contenta di scrivere questo libro, anche se purtroppo mi costa una gran parte delle ferie 2014: d'altronde, appartengo a quella categoria di persone che io definisco "per bene", e altri definirebbe "sciocche ed ingenue" (per non dire di peggio), che non chiedono al proprio medico un certificato fasullo per stare a casa a spese della comunità, a meno di non avere davvero la febbre alta.
Però c'è soddisfazione nel poter dire di non avere mai barato, di non avere mai tratto profitto dalla propria posizione lavorativa: c'è un senso di pace e serenità che mi fa sentire bene, e mi permette di avere le carte in regola per dare addosso a chi si approfitta del posto pubblico per farne un'occasione di arricchimento personale o di semplice redistribuzione del reddito.
Il libro comincia a prendere forma: la creatura cresce. Dovrà camminare con le sue gambe tra un mesetto, e non di più. Ce la farà, la creatura: tosta come la sua mamma di bit.