Anne Tyler
La danza dell’orologio
Guanda, 2018
Ancora una volta è la quotidianità delle persone comuni a fare da protagonista dell’ultimo affresco narrativo, il venticinquesimo, che porta la firma di Anne Tyler, una delle romanziere più affermate al mondo e oggi alla soglia degli ottant’anni. Premio Pulitzer per la narrativa nel 1998 con l’impareggiabile “Lezioni di respiro”, ha conquistato anche il grande pubblico grazie a “Turista per caso”, la versione cinematografica del suo romanzo “Il turista involontario”.
La protagonista della storia è Willa Drake, una donna di quasi sessant’anni, che ha costruito la propria esistenza abbracciando con fiducia l’idea – molto femminile – che tutto sarebbe andato bene se lei si fosse adattata alle esigenze altrui, ricucendo i piccoli conflitti e trovando sempre la soluzione migliore per rendere felici i propri familiari, magari pagando un prezzo alto in termini di realizzazione personale e aspirazioni professionali. Rimasta vedova del primo marito Derek, dal quale ha avuto due figli ormai grandi e distanti, si è risposata con Peter, con il quale ha costruito un nuovo soddisfacente equilibrio, continuando però a darsi per scontata, come sempre ha fatto nella sua vita. Finché un giorno riceve la telefonata di una sconosciuta: il suo numero era scritto in evidenza tra quelli da chiamare in caso di bisogno. Ed il bisogno si chiama Cheryl, una bambina di nove anni che non può stare da sola, visto che la madre Denise è in ospedale a seguito di un incidente.
In realtà Denise non è niente per Willa: uno dei suoi figli, anni addietro, è stato per un po’ fidanzato con lei, poi la storia non è decollata, e la bambina non è neppure sua nipote. Che senso ha lasciare l’Arizona per volare fino a Baltimora? Nessuno, ma Willa si fa accompagnare da Peter in quello che doveva essere soltanto un weekend fuori programma, e che le fa vivere una nuova, importante esperienza di vita, durante la quale impara per la prima volta a mettersi in gioco e a fare di testa sua.
Pitturati con tocchi sapienti e minimalisti, i personaggi attorno a Willa rappresentano una umanità sgangherata e imperfetta da cui non è facile separarsi: ideali compagni di viaggio per una avventura nuova di zecca, in grado di aprire il cuore della protagonista all’infinita ricchezza del possibile.
Costruito su sequenze temporali separate, il romanzo ci fa “assaggiare” la vita di Willa bambina nel 1967, poi nel 1977, ai tempi del college, ed infine vent’anni dopo, nel 1997, per poi atterrare nel 2017, nella contemporaneità: come a dire che la scuola della sottomissione al compiacimento altrui comincia presto, si rafforza nel tempo, dà grandi risultati, ma poi – alla fine – c’è sempre spazio per l’imprevisto.