Io arrivo sempre tardi a scoprire le cose, e santiddio.
Ho smanacciato sul computer come una dannata, sono andata a destra e a sinistra tra riunioni, incontri e briefing. Ho risposto al telefono fino a farmi rintontolire il cervello dalle onde del cellulare. Arrivo a casa alle otto di sera, completamente stravolta, e cos'è che ti scopro? Che oggi è la giornata mondiale della lentezza.
Mannaggia a me: dovevo andare piano, prendermi il giusto spazio per riflettere e approfondire, sorridere, scrivere le lettere a mano invece che al computer, meglio se con pennino e inchiostro su carta fatta a mano, o direttamente su papiro.
Oggi non ho rispettato proprio nessuno dei 14 "comandalenti" che l'associazione L'arte del vivere con lentezza ha scritto per offrire ai frenetici esseri umani come me l'occasione per redimersi. E io niente: ho peccato, confesso che ho peccato anche oggi.
In cerca di tardivo perdono, quando le palpebre ormai stanno su solo con un paio di Samurai infilzati direttamente nella pelle, ecco che mi fiondo su internet, per scoprire le delizie della lentezza: ad esempio, la città di Londra che sta per essere premiata grazie alle azioni di coesione sociale fatte, appunto, rallentando il ritmo (vedi). Poi scopro i libri di Bruno Cortigiani, guru del movimento, che ho anche in biblioteca e che mi fiondo subito (anzi, no: lentamente) a prenotare per darci almeno un'occhiata.
Ma mi diverto più a leggere la "stroncatura" che di questa festa fa un graffiante Pietrangelo Buttafuoco dalle colonne di "Panorama" (ecco qui il link: http://blog.panorama.it/italia/2012/03/26/che-senso-ha-la-giornata-mondiale- della-lentezza/.
Buon pro faccia davvero, la giornata della lentezza, a chi può permettersi il lusso di fare una sola cosa alla volta. Vediamo se andrà meglio nella prossima vita…