Non nascondo di avere scelto questo libro, fra i tanti offerti sugli scaffali delle "Passeggiate narrative" nella Biblioteca San Giorgio, per la accattivante copertina e per la promessa di un argomento a me molto caro: la lettura. E la scelta si è rivelata positiva, anche se si tratta di un romance estivo, adatto al clima un po' svagato di queste settimane attorno a ferragosto.
Il romanzo mescola trame consuete a ingredienti narrativi pià originali: una donna in carriera recentemente abbandonata dal marito a favore di una donna più giovane (elemento classico quant'altri mai!), il desiderio di prendersi una pausa per leccarsi le ferite, elaborare il lutto e preoararsi ad un nuovo inizio; una libreria un po' male in arnese, una zia bizzarra che va a prendersi il nuovo marito direttamente in India, gli spiriti dei grandi scrittori che aleggiano tra le stanze e mettono a soqquadro la libreria quando sono arrabbiati; il tutto condito in salsa rosa, con tanto di storia d'amore tra la protagonista Jasmine e lo spirito di un medico di frontiera, morto molti anni addietro, e materializzatosi di nuovo in carne e ossa.
Il libro si legge tutto d'un fiato (e infatti oggi sono riuscita a farlo fuori per intero, approfittando della giornata di libertà dal lavoro), gradevole nello stile e nelle uscite "fantastiche", tutt'altro che stucchevoli o eccessive: basta stare al gioco, e credere almeno per un momento che lo spirito di uno scrittore possa riuscire a parlare al nostro cuore anche a distanza di secoli.
La lettura di questo romanzo ci restituisce la complessità e la ricchezza del lavoro del libraio "doc", quello che – come la zia Ruma prima e Jasmine poi – è chiamato a guardare le persone con un "terzo occhio", quello che gli permette di leggere nella loro anima, scoprire i loro desideri, avvicinarsi ai loro bisogni più profondi. Solo amando le persone e partecipando alle loro storie, si è in grado di dare un buon consiglio di lettura. Come dice Tony, il commesso della libreria di zia Ruma: "I libri sono molto di più di un prodotto da vendere. Dentro c'è il nostro passato, la nostra cultura, interi mondi. Se non lo sai, mia cara, i libri sono un antidoto alla tristezza".
Come i librai, anche i bibliotecari – per consigliare bene le letture ai loro utenti – debbono provare empatia per le persone, provare passione per la vita e per le loro storie. Debbono correre il rischio di trasformare il proprio lavoro da fonte di reddito a occasione costante di felicità.
Per saperne di più:
http://it.paperblog.com/la-libreria-dei-nuovi-inizi-di-anjali-banerjee-426381/