Oggi, durante lo spazio formativo e di approfondimento previsto per il lunedì mattina (in concomitanza con l'orario di chiusura al pubblico della Biblioteca San Giorgio), ci siamo dedicati a Twitter e alle sue potenzialità comunicative all'interno del social media plan della biblioteca.
Per alcuni di noi si tratta di partire dall'ABC; per altri si tratta di acquisire maggiore consapevolezza delle "regole non scritte" della community. Per altri ancora, come le nostre bravissime docenti Cristina e Tatiana, si tratta di mettere in condivisione le riflessioni scaturite da una lunga presenza sui social network "in nome e per conto" dell'istituzione.
Per una istituzione pubblica "cinguettare" chiama in causa scelte non casuali in termini di stile, linguaggio, presenza, tempistica, scelta degli argomenti, ricerca di equilibrio tra il legittimo desiderio di valorizzare gli eventi locali e l'esigenza di offrire alla community un valore aggiunto di spunti di riflessione, approfondimenti, "tocchi di classe", senza per questo pensare di essere sempre in vetrina.
Scelte complesse ed elaborate, che chiamano in causa una cultura dello stare nelle community che solo l'ultima leva di bibliotecari (anzi, di bibliotecarie) è in grado di offrire alla San Giorgio. Ormai le cinquantenni come me, che non solo non sono native digitali, ma che si sognano del tutto una cittadinanza parificata nei nuovi mondi, debbono imparare dalle più giovani.
Come ebbe a dire una simpaticissima collega fiorentina tanti anni fa, a pochi giorni dalla pensione, "Ormai son pell'ohe" (traduzione: ormai io sono adatta solo come pasto per le oche, ovvero sono diventata pane raffermo).