L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus ha introdotto moltissimi cambiamenti nella nostra vita, sia personale che professionale. Molti di questi cambiamenti avranno effetti anche in futuro, quando la quarantena sarà finita e ritorneremo a frequentare con regolarità i luoghi dove trascorrevamo il nostro tempo. Non saremo mai più gli stessi di prima, e forse – accanto alle sofferenze per la malattia e al dolore per le persone che purtroppo non ce l’hanno fatta – potremo dire di avere appreso qualche lezione nuova. Ecco la terza lezione appresa, dopo quella relativa alle riunioni e alla formazione. Sempre secondo me, beninteso.
Prendo come riferimento il caso della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, ma il ragionamento si può estendere serenamente a tutti i soggetti che producono eventi culturali.Prima del lockdown, la Biblioteca San Giorgio aveva al suo attivo un ricchissimo calendario di eventi culturali: corsi di educazione permanente, conferenze, incontri, presentazioni di libri, laboratori per bambini, gruppi di lettura, seminari tematici e molto altro ancora.Ad inizio marzo tutto questo bendiddio è stato temporaneamente “congelato” fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Ad oggi non è dato sapere quando sarà possibile riavviare tali iniziative, rese di fatto ingestibili a causa delle norme sul rispetto del distanziamento sociale. Come riempire questo vuoto improvviso? Non è facile immaginare alternative in grado di funzionare per tutti i casi sopra indicati, molti dei quali fondano la loro ragion d’essere proprio sulla vicinanza delle persone, sul loro coinvolgimento fisico ed emotivo nell’evento in programma. Come si fa a trasferire in digitale un laboratorio di uncinetto, l’incontro di un gruppo di lettura, un laboratorio di lettura ad alta voce per bambini? In teoria lo si può fare, sì, ma perdendo gran parte dei benefici sociali legati alla partecipazione a quell’evento. Si tratta di casi nei quali lo stare vicini non solo fa bene al cuore, ma è alla base del successo dell’evento stesso. Un po’ la stessa differenza che c’è tra le sfogliatelle di Giovanni Scaturchio e i biscotti che posso fare io usando il forno di casa: da un lato, un’esperienza di Paradiso in terra, dall’altra un’occasione per intristirsi e sentire la nostalgia di ciò che abbiamo perso.
Esistono però altri eventi che non perdono completamente di efficacia nel trasferimento dal reale al digitale: pensiamo ad una conferenza-lezione, ad un incontro ad alto contenuto formativo, alla presentazione di un libro. Tutti questi eventi possono essere trasferiti in digitale senza una perdita eccessiva: ne sono prova i corsi di educazione permanente che – grazie alla collaborazione con i docenti – la San Giorgio ha già potuto offrire a distanza ai propri utenti, incontrando anche l’interesse di persone originariamente non iscritte al corso in presenza.
Più difficile, invece, per gli autori di libri accettare la soluzione a distanza per la presentazione del proprio libro: unico e vero motivo, del tutto comprensibile, al di là di qualche impaccio di fronte a tecnologie ritenute ingombranti, l’impossibilità di vendere le copie del libro stesso alla fine dell’incontro. Una impossibilità che comunque potrebbe essere superata, almeno localmente, dalla collaborazione di un libraio disponibile a vendere le copie a chi, al termine dell’incontro, volesse prenotare l’acquisto.
Ma, al di là di tali comprensibili difficoltà, qualcosa c’è da imparare anche da questa situazione. Sappiamo bene che la partecipazione a tanti eventi della biblioteca è condizionata dai limiti di orario e calendario: chi lavora fino a tardi, magari oltre l’orario di apertura dell’edificio, chi quel giorno a quell’ora deve accompagnare il figlio a nuoto o a pianoforte, chi si è prenotato per un altro evento in contemporanea. Perché, si sa, a Pistoia gli eventi pullulano, e capita spesso che si svolgano proprio allo stesso giorno e allo stesso orario, ma in punti opposti della città. E poiché sul fronte dell’ubiquità, i gatti mancano totalmente di trippa, tutti noi ci ritroviamo a sacrificare qualcosa. E che dire di chi non abita a Pistoia, ma avrebbe piacere di seguire qualche evento da Rimini o da Catanzaro, faccio per dire? Non sempre gli eventi offerti hanno valenza locale, ma in alcuni casi possono incontrare l’interesse di persone che vivono in città lontane e che non hanno la possibilità di spostarsi per onorare tutti i loro desideri culturali: pensiamo al caso delle conferenze di autori importanti, ai convegni, ai seminari sui diversi temi professionali. E se allora, dalla ripresa in poi, registrassimo tutti gli eventi e li pubblicassimo sul nostro canale YouTube? Chi rientra tardi o chi ha scelto di seguire qualcos’altro potrebbe recuperare la sua partecipazione, seguendo la registrazione a suo comodo: certo senza poter intervenire, senza interloquire con i presenti, ma insomma, sempre meglio di niente. Per non parlare dell’aspetto relativo alla documentazione di ciò che avviene in città. Una soluzione del genere, se l’avessimo adottata da sempre, ci offrirebbe oggi un archivio di migliaia e migliaia di eventi, pronti da rivedere e da offrire ai nostri lettori in quarantena.
Una scelta del genere è stata fatta da Dialoghi sull’uomo, che da sempre offre sul sito web le registrazioni di tutte le conferenze che i relatori hanno tenuto nelle 11 edizioni del festival di antropologia contemporanea che si svolge dal 2009 a Pistoia nel mese di maggio: un archivio prezioso e sempre disponibile, che anche a distanza di anni ognuno di noi ha facoltà di utilizzare, accedendo agli incontri che si è perso in presenza, o “ripassando” quelli a cui ha avuto l’opportunità di partecipare. Certo, manca l’emozione del momento, l’importanza della ritualità legata all’esserci, ma insomma: i contenuti culturali sono salvi e integri.
Probabilmente alcuni relatori degli eventi in presenza potrebbero non consentire alla registrazione, ritenendo che essa potesse disincentivare la partecipazione in presenza, o condizionare l’attività di docenza, rendendola meno libera e naturale. Vedremo come si evolverà questa cosa.