Ci sono molte differenze tra una biblioteca e una fabbrica di scarpe: potremmo stare ore per descriverle tutte nel dettaglio. Ma le due realtà presentano anche numerose affinità: perseguono una missione, presentano una complessità interna significativa sia nei processi che nei titolari di tali processi, sono organizzazioni al cui vertice c’è una persona che svolge il ruolo di direttore o responsabile.
Dopo trentadue anni di esperienza come direttrice di biblioteche di diversa complessità, mi sono fatta l’idea che il tipo di impegno che mi è stato richiesto nel tempo non è stato poi così diverso da chi è impegnato ad offrire servizi alla persona o addirittura a chi opera sul mercato in un contesto produttivo di tipo manifatturiero: c’è da tenere sotto controllo i conti, facendoli tornare alla fine di ogni anno; c’è da sostenere il lavoro dei singoli operatori, motivandoli a dare il meglio di sé, e sperando che i migliori non passino alla concorrenza; bisogna annusare costantemente il mercato, per capire che cosa vogliono le persone, di cosa hanno bisogno; bisogna innovare, perché offrire sempre lo stesso prodotto ormai non funziona più, e quindi si deve uscire dalla routine ed affrontare i cambiamenti; si devono cercare sempre nuove fonti di finanziamento per garantire all’azienda un futuro: fare alleanze, ideare progetti condivisi, guardare alla concorrenza con spirito umile e curioso; essere sempre disponibili ad imparare cose nuove, trovare in azienda il senso profondo del proprio lavoro, comunicare con efficacia, affinché tutti (o almeno molti) siano consapevoli dell’importanza del nostro “marchio”.
Così come il direttore della fabbrica di scarpe può non tenere rapporti diretti con i fornitori delle materie prime, o può non sapere come si disegna un nuovo modello per la collezione che sta per uscire, altrettanto il direttore della biblioteca può non essere pratico di catalogazione e può anche ignorare come funziona il software che gestisce il prestito interbibliotecario. Ma entrambi concentrano il loro tempo e le loro energie su ciò che conta di più: la prosperità della loro organizzazione.
Questo parallelo sicuramente inconsueto fa da sfondo ideale al corso Be a great boss, con il quale da lunedì 9 novembre mi propongo di accompagnare un gruppo di “guerriglieri bibliotecari” in un viaggio di scoperta alla professione del direttore di biblioteca.
Quali sono le competenze che meritano di essere sviluppate da parte di chi dirige una biblioteca? oltre alle competenze tecniche, quali funzioni svolgono le soft skills? Quanto è importante che lui/lei sappia gestire i momenti difficili, attivare strategie di cambiamento, far fronte alle crisi, creare alleanze nuove, sostenere la crescita della reputazione dell’istituzione? Un viaggio di scoperta davvero interessante, a carattere sperimentale, immaginato per chi vuole riflettere sui nuovi approcci connessi alla leadership efficace.