Oggi pomeriggio il corso a distanza organizzato dalla Sezione Puglia dell’AIB mi permette di affrontare, in compagnia di un attentissimo gruppo di colleghi e colleghe, i temi a me cari dell’innovazione e della comunicazione delle biblioteche all’epoca del Coronavirus. Oggi è stato il primo di quattro incontri in programma nei prossimi giorni, durante il quale ho posto le basi della discussione, a partire dalla particolarità del momento che stiamo vivendo.
Contrapponendo la responsabilità come “response-ability” alla responsabilità come “sottomissione alla sanzione in caso di violazione della norma”, ho condiviso l’idea che le scelte efficaci di comunicazione debbano accompagnarsi anche a cambiamenti dell’approccio alla realtà professionale. Perché ciò che siamo chiamati a comunicare non è una istituzione ormai cotta e pronta per essere mangiata, bensì una istituzione capace di esprimere ancora moltissimo nel panorama dell’offerta culturale locale.
Il percorso è complesso, e mi rendo conto di quanto sia difficile tradurre in pratica i “principi” a cui noi bibliotecari militanti siamo più legati. Ma dobbiamo provarci: ne va effettivamente del futuro delle nostre istituzioni. Il COVID ha rappresentato una forte soluzione di continuità rispetto al passato, e come tale richiede l’impiego di nuovi strumenti di interpretazione della realtà. Il cambiamento si impone come necessario e opportuno, perché la normalità di un tempo non è più disponibile, e la nuova normalità è ancora da costruire. Sta a noi bibliotecari porsi dalla parte di chi contribuisce a costruirla, o dalla parte di chi, rimanendo a guardare, dovrà adattarsi alle scelte promosse da altri.