Ho visto molto volentieri il film Yesterday, preso in prestito in DVD in Biblioteca San Giorgio. Mi era capitato di citarlo nel libro che sto scrivendo adesso, immaginando un mondo senza biblioteche, e ho deciso di vederlo per intero. In effetti, se il mondo senza i Beatles è stato reso possibile, nel film, grazie ad un black out che ha cancellato dalla memoria le canzoni dei Fab Four, nella realtà vera il mondo senza biblioteche non ha bisogno di emergenze tecnologiche, ma è una condizione piuttosto frequente. Ma parliamo del film, adesso.
Inutile dire che Danny Boyle è un regista che fa bene il suo lavoro: penso a “The Millionaire”, a “Steve Jobs” e ad altri film (oltre “Trainspotting”) che lo hanno reso famoso. La storia di Yesterday è gradevolissima: un black out apparentemente innocuo è all’origine di un incidente stradale che costringe il protagonista in un letto d’ospedale. Al suo risveglio, scopre che non c’è traccia nella memoria collettiva delle persone, né su Google (memoria collettiva del pianeta) dei Beatles: nessuno sembra aver mai ascoltato le loro immortali canzoni. Così, il povero Jack Malik, cantautore di poche speranze che sbarca il lunario a suon di lavoretti, approfitta della straordinaria occasione per far passare per proprie le canzoni dei Beatles.
Da strimpellare “Yesterday” assieme agli amici al successo planetario il passo è breve: lo stesso Ed Sheeran (che interpreta se stesso nel film, con non poca auto-ironia) è ammaliato dalle straordinarie canzoni di Jack. Solo un paio di persone sembrano conservare con Jack la memoria di questo gruppo musicale che ha fatto la storia del pop: due “sopravvissuti” che non minacciano di smascherarlo, ma che anzi lo sostengono nel suo importante lavoro di far rivivere canzoni che tutti hanno dimenticato.
I Beatles non sono le uniche vittime dell’oblio collettivo: nessuno conosce neppure la Coca Cola, gli Oasis e le sigarette. Godibilissimo questo film, la cui morale ci dice che il mondo è molto migliore con i Beatles (lasciamo stare la Coca Cola e le sigarette, che fanno male, mentre per gli Oasis fate voi). Ed è molto migliore – aggiungo io – con le biblioteche.