I cittadini che utilizzano una biblioteca pubblica solitamente si muovono lungo la linea DIRITTI/DOVERI: chiedono di ottenere un servizio e si impegnano a rispettare le condizioni poste per poterlo ottenere. Il loro rapporto con l’istituzione è di tipo prestazionale: Avete questo titolo? E’ possibile richiederlo in prestito interbibliotecario? Fino a che ora è consentito utilizzare le sale di studio? Qual è il programma degli eventi del mese prossimo? Oltre che usufruire dei servizi disponibili, i cittadini (che non a caso si chiamano “utenti”) hanno la possibilità di esprimere valutazioni su quel servizio, inoltrare reclami, o al massimo proporre qualche innovazione, rispetto alla quale si attendono di ricevere una risposta, positiva o negativa. Tutto questo è giusto e “normale”. Ma esiste anche un’altra possibile linea lungo la quale i cittadini hanno facoltà di muoversi: quella del POTERE/RESPONSABILITA’. In questo ambito costoro possono immaginare di uscire dalla passività e diventare protagonisti attivi del servizio, senza per questo mettere in discussione la professionalità dei bibliotecari, prendere il loro posto o supplire alle lacune di organico che l’Amministrazione sembra non notare. Quali sono le potenzialità di questa nuova logica? Quali sono le esperienze di questo tipo già in atto nelle biblioteche? Ne parliamo assieme al corso a distanza organizzato da Editrice Bibliografica a partire dal prossimo 11 gennaio.