Sono passati già alcuni mesi da quando la raccolta differenziata “integrale” è arrivata anche a San Felice: subito ci siamo adattati tutti alla nuova situazione, adeguando le nostre abitudini quotidiane ai ritiri porta a porta settimanali per la carta e il multimateriale e all’uso dei bidoni per umido, indifferenziato e vetro. Sono molto orgogliosa del fatto che ormai l’indifferenziato rappresenta una parte davvero minuscola dei rifiuti che produciamo settimanalmente: un mezzo sacchetto alla settimana, non di più. La parte del leone la fanno plastica e lattine, che producono un bel sacchettone di quelli grandi, seguite a ruota dalla carta, che arriva sempre a colmare, centimetro più, centrimetro meno, il cestellone giallo da depositare il venerdì mattina. E poi ogni giorno il sacchettino dell’umido e, forse una volta ogni 2 settimane, il poco vetro da collocare nella campana lungo la strada. Siamo sicuramente dalla parte buona della vita, ma bisogna fare di più: scegliere i prodotti con meno packaging, preferire cibi freschi a quelli confezionati, usare contenitori ermetici anziché pellicole di plastica o di alluminio per la conservazione degli avanzi. Evitare le bottiglie d’acqua a favore dell’acqua del sindaco munta direttamente dal frigo americano e collocata nella borraccia, scegliere ricambi di detersivi in contenitori leggeri o – ancora meglio – passare ai detersivi alla spina. Ogni nostro gesto ha un effetto. E in generale comprare meno cose possibili, perché tanto – con quello che c’è in una qualunque casa – non rischiamo di rimanere nudi o affamati. Si può vivere con meno di trenta vestiti e meno di trenta paia di scarpe per stagione, si può usare un po’ meno la stampante e comunque si può usare il verso delle pagine stampate per gli appunti e la lista della spesa, se proprio si sente il bisogno di usare la penna per scrivere.
Mi sento a buon punto, ma devo fare molto di più per fare bene la mia parte.
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