Dopo una giornata di intenso lavoro, ci mettiamo in cammino – in un'atmosfera fredda e piovosa – verso la Villa Smilea, a Montale, per andare a seguire una conferenza di Dante Maffia dal titolo La Calabria e il mondo. Numerosi i calabresi che si sono riuniti per sentir parlare della propria terra lontana. Nostalgia e un sottile dolore risultano essere i sentimenti di chi ha lasciato la propria terra per andare altrove a cercar fortuna o semplicemente a cercare un lavoro che in quelle terre non c'è.
La conferenza si conclude con un assaggio di salami e assaggini a base di 'nduja: una roba pazzesca, che mi richiede doppia dose di Gaviscon.
Penso al fatto che io non sono mai stata lontana dalle mie origini: bene o male in Toscana sono nata e sempre vissuta, spostando residenze e domicili da un luogo all'altro, ma mai al di fuori dei confini regionali. Forse è per questo che non mi sento portatrice di una identità regionale da difendere e da valorizzare.
Forse perché le mie radici sono ben salde, posso permettermi il lusso di pensare che il "noi" possa costruirsi ad assetto variabile, attorno a valori condivisi, piuttosto che attorno ad origini geografiche: noi vegetariani, noi che amiamo i gatti, noi che impazziamo per la nutella, piuttosto che noi pisani, noi toscani, noi italiani, noi europei, noi cristiani, noi bianchi.