Oggi la giornata è dominata positivamente dal seminario sulla rendicontazione sociale che abbiamo organizzato alla San Giorgio. Relatori di primissimo piano, che onorano la propria reputazione con interventi decisamente all'altezza di un dibattito approfondito ed assieme appassionato. La platea è gremita: merito dell'interesse nei confronti di un tema "caldo" e importante per la vita delle biblioteche. Merito anche, chissà, dei piccoli omaggi promessi ai partecipanti: una copia di Libractive, la borsina della rete REDOP, il libro "Certe biblioteche" di Claudio Giunta.
Il mio compito, nel corso del seminario, è quello di ricostruire criticamente la vicenda che ha coinvolto tutto il personale della San Giorgio nella definizione di un portafoglio di indicatori utili a misurare la "redditività" dei prodotti bibliotecari, rapportandoli ai corrispondenti prezzi di mercato. Niente autoincensamenti, ma grande attenzione agli aspetti più complicati, alle difficoltà incontrate e alle modalità per superarle, ai limiti con cui ci siamo misurati, e alle opportunità per alzare il tiro.
Un breve ma gustoso buffet separa i lavori mattutini dagli impegni pomeridiani: i referenti delle reti regionali sono tutti convenuti al seminario per poter fare il punto di una ricca serie di questioni relative alle politiche regionali sulle biblioteche. Anche in questo caso facciamo il nostro meglio per far sentire ben accolti i colleghi, che infatti si sperticano nei ringraziamenti e nei segnali di giubilo.
La serata si conclude con il tutto esaurito alla presentazione di Tra il dire e il fare, il libro dell'ex Sindaco Renzo Berti, in auditorium. Sono molto lieta che Berti abbia scelto proprio la San Giorgio per presentare il libro nel quale ha concentrato il bilancio dei suoi dieci anni da sindaco; non a caso proprio la San Giorgio è una delle novità cittadine sul quale il suo marchio è inciso a fuoco. Vedo tutta la "vecchia guardia": la compagine di persone con cui ho lavorato intensamente la scorsa legislatura. Moltissime le persone che tributano i propri sensi di stima ad un sindaco che ha parlato poco e molto ha fatto. Lui ha sempre riconosciuto il mio lavoro, e mi ha permesso di esprimermi al massimo livello possibile: gli sarò sempre riconoscente per lo spazio che mi ha permesso di abitare e per le opportunità che ha inteso riconoscermi. Ricorderò quel periodo come la fase della mia vita nella quale ho potuto dare il massimo. Spero che un periodo del genere possa trovare posto nel mio futuro. Mai dire mai.