Giornata di formazione: perché anche a 52 anni c'è sempre bisogno di aggiornarsi e mettersi in gioco, magari provando ad innalzare la propria asticella di almeno un piccolo, insignificante centimetro. Seguo volentieri un interessante corso tenuto da Giovanni Di Domenico, professore associato di biblioteconomia all'Università di Salerno: un docente estremamente preparato, ma per me anche un amico squisito ed un collega preparatissimo, sempre capace di illuminare con la sua intelligenza l'area professionale trattata.
Di Domenico è uno dei colleghi più seri che abbia avuto il piacere di conoscere: ha il dono – purtroppo non universalmente ed equamente distribuito nel mondo – di giungere preparato ad ogni suo appuntamento, piccolo o grande che sia. I suoi riferimenti non sono mai improvvisati, le sue letture sono sempre pensate e approfondite. E' un piacere ascoltarlo.
Siamo in un luogo che visito oggi per la prima volta: il Centro di formazione Il fuligno, di proprietà della ASL, a pochi passi dalla stazione di Firenze: un bel posto davvero, anche se le altissime temperature di oggi lo hanno reso un luogo tutt'altro che accogliente.
Il tema trattato da Di Domenico rientra tra i suoi cavalli di battaglia: il fundraising, inteso non tanto – banalmente – come ricerca di soldi, in alternativa a quelli che non arrivano più dall'ente di riferimento – quanto piuttosto – più approfonditamente – come creazione di una rete di relazioni all'interno della quale rendersi appetibile, accreditarsi e costruire alleanze con soggetti che trovino interessante investire sulla biblioteca piuttosto che su qualche altro "cavallo in corsa".
L'approccio usato da Di Domenico è particolarmente nelle mie corde: al centro dell'attenzione c'è sempre più la costruzione di un brand appetibile, in grado di suscitare interesse, emozioni e partecipazione. Altro che fare l'elemosina, perché non ci sono più soldi.