Ci sono degli amori professionali che attraversano la mia storia di bibliotecaria con andamenti carsici: in alcuni periodi mi sono flippata perseguendo qualche sogno, per poi ridurre la passione e correre dietro a qualche altro obiettivo. A volte la passione è risalita in superficie, e ha ripreso a sgorgare con grande impetuosità. E’ sicuramente questo il caso del mio amore per il sito web delle biblioteche in cui mi sono ritrovata a lavorare. Penso prima di tutto al caso della Biblioteca Fucini di Empoli:
un’esperienza di sito web sicuramente straordinaria, che potrei solo definire “mastodontica”, pensando alla quantità di informazioni che negli anni ho “inscatolato” e restituito agli utenti, costruendo e pubblicando pagine HTML usando direttamente il codice, senza interfacce di facilitazione. All’epoca ero parecchio “purista”, storcendo il naso nei confronti di soluzioni più alla portata dei non esperti.
Ricordo di avere passato giorni e settimane intere a produrre quell’ambaradan informatico che oggi, a distanza di 6 anni dal mio passaggio a Pistoia, sostanzialmente continua a rappresentare l’interfaccia comunicativa di quella biblioteca, nonostante che il passare degli anni mostri tutte le sue “rughe” tecnologiche. Un pozzo senza fondo di informazioni perfettamente inscatolate, che – mi rendo ben conto – rappresenta un “mostro” difficilmente attaccabile, nonostante si senta con crescente insistenza la necessità di adottare una soluzione più moderna e adeguata al cambiamento dei gusti intercorsi tra la fine degli anni Novanta e oggi.
Lo stesso amore bruciante si è manifestato tra il 2009 e il 2010, quando è nato il sito della San Giorgio, in un contesto tecnologico sicuramente più avanzato (CMS di tipo open source): molte speranze di “innovazione”
all’inizio, ma poca pratica da parte mia del nuovo ambiente. Troppe le cose da fare, da dirigente del servizio, per poter garantire un’operatività su questo come su altri fronti di lavoro. Poi le cose – si sa – sono cambiate, ed è stato possibile per me focalizzare meglio le potenzialità del sito e condurre un percorso di rinnovamento della release 2010. Eccoci dunque con una nuova release nuova di zecca, molto bella ma anche molto “impegnativa”, da riempire con i vecchi contenuti, attraverso una azione che vada oltre il semplice riversamento dati, ma miri ad una riqualificazione dell’intero processo comunicativo.