O quasi. Con quest'anno si chiude la mia esperienza di docente di biblioteconomia all'università degli studi di Firenze. Avrei preferito che la chiusura fosse dovuta ad un motivo diverso da quello reale. Che so: basta insegnamento, perché sono passati dieci anni ed è giusto lasciare il posto a qualcun altro, magari più giovane. Basta insegnamento, perché voglio recuperare un po' di tempo per me.
E invece no: basta insegnamento, perché l'insegnamento non c'è più. Cancellato. Deleted, come un file nel cestino. Cancelled, come un volo fuori tempo massimo. Niente più biblioteconomia nella nuova organizzazione per Scuole della vecchia facoltà di Scienze della Formazione. Così mi dedico alle mie due ultime tesi: quella che rileggo per l'ultima volta stasera, sulla biblioteca multiculturale, che sarà discussa a febbraio, e un'altra che è in fase di prima stesura, sulla lettura ad alta voce.
Posso dire che questi dieci anni sono stati importanti: spero di avere restituito alla facoltà un po' delle energie e delle competenze che ha saputo darmi. Una facoltà che forse potrebbe migliorare sul fronte dell'organizzazione e delle relazioni con i "clienti", ma che – parlo per esperienza personale – sul fronte delle abilità e delle conoscenze mi ha fatto maturare moltissimo: incomparabilmente di più della prima facoltà, quella pisana, tutta precisina e ammodino, ma i cui insegnamenti sono ormai in gran parte persi nello spazio come navicelle fuori orbita.