C'è bisogno di una giornata tranquilla per affrontare la montagna incantata delle carte utili a preparare la denuncia dei redditi: il buon vecchio modello 101, che ora si chiama in un altro modo, le varie certificazioni rilasciate dagli enti per i quali ho tenuto lezioni e seminari nel corso del 2011, le ricevute delle spese per le spese mediche e altre robette del genere.
Mi riprometto sempre di raccogliere tutta questa documentazione in una cartellina apposita, con tanto di etichetta alla bisogna, ma poi il destino infame vuole che la procrastinatrice che è in me stringa un'alleanza mortale con la casinista che è in me. E quando l'alleanza è stretta, non c'è niente da fare: nel mio Parlamento interiore quelle due stronzette hanno la maggioranza assoluta, approvano un provvedimento sull'altro per valorizzare cincischiamenti e promuovere le perdite di tempo. La povera svizzerina rimane ferma in un angolo, con gli occhioni spalancati come quelli di Heidi, ad aspettare di ritrovare un minimo di spazio la domenica sera: spazio di vita solitamente abitato dalle buone intenzioni contrassegnate con il tag "Da lunedì".
Al telegiornale della Sette scopro che i primi dieci italiani guadagnano quanto gli ultimi 3 milioni: alla faccia di Wilfredo Pareto, con il suo 80/20!
Che gli imprenditori dichiarino, in media, 1.600 euro circa in meno dei propri dipendenti, è un "notizione" che la dice lunga su quanto il nostro Paese abbia bisogno di una bella dose di serietà.