Stranamente oggi niente ufficio. Dopo alcuni giorni pienissimi di attività, di cui alcuni anche fuori sede, approfitto della presenza in casa per rimettere ordine nell’ufficio domestico: i libri sull’argomento del libro che sto scrivendo si sono accumulati in pile sconclusionate, le fotocopie di articoli si sono mischiate alle riviste di intrattenimento, alle pubblicità raccolte dalla cassetta della posta, alle pagine di scarto uscite dalla stampante, agli scontrini di spese da sistemare al loro posto, alle ricevute delle bollette, ai biglietti del treno da buttare via. La scrivania del mio “antro personale”, solitamente linda e pinta, celava allo sguardo il suo ripiano, interamente occupato da un chiaro eccesso di carta disordinata.
Rimettere tutto a posto ha significato anche ripercorrere le tante attività che si sono susseguite in questi ultimi giorni, riflettendo sulle azioni compiute, gli interventi realizzati e i pensieri che hanno trovato modo di svilupparsi per la prima volta. Decisamente superiore alla mia capacità di lettura il numero di libri presi in prestito in biblioteca: un eccesso che lascia intendere quanto è alto il desiderio di documentarmi, a fronte di un tempo libero ormai eroso quasi del tutto dalla presenza in rete. Facebook è per me il più grande nemico della lettura!
Le “bambine” partecipano a loro modo alle operazioni di riordino: si spaparanzano sul tappeto dello studiolo, giocano con ogni pezzettino di carta sfuggito al cestino del riciclo, giocano con una scatolina minuscola che era sparita da tempo dal mio orizzonte, e che loro hanno ritrovato nascosta tra la cavistica di computer e stampanti.
Al termine del lungo lavoro, la soddisfazione è davvero grande: ogni cosa è al suo posto, il mondo sembra andare per il suo verso.