C’è il pubblico delle grandi occasioni alla Biblioteca Forteguerriana, dove si inaugura l’esposizione del ciclo di dipinti che l’artista pistoiese Aristodemo Capecchi ha dedicato alla Divina Commedia: 47 quadri che saranno esposti a rotazione, a cadenza mensile, nella Sala Gatteschi della biblioteca. Nelle bacheche, una bella selezione di edizioni pregiate della Commedia, tra le quali il famoso Dante di Foligno, sopravvissuto solo in 40 esemplari al mondo, di cui 11 nelle biblioteche italiane, di cui appunto una a Pistoia.
In mostra anche un'edizione ottocentesca particolarmente curiosa della Commedia. In un unico foglio di 71×50 centimetri è riprodotto, indistinguibile ad occhio nudo, tutto il testo della Divina commedia, riportato in tre rettangoli di 69 colonne ciascuno contenenti le tre cantiche; il contorno è costituito da un'artistica cornice architettonica con il ritratto di Dante. Il titolo reca la dicitura "Trascritto micro-calligrafico, a mano libera senza uso di lente, composto di 14.233 versi, c.a. 96.000 parole, c.a. 400.000 lettere", mentre nel lato inferiore sono riportate le note tipografiche "G. Cossovel Edit. Gorizia /Austria 1888". L'edizione avrebbe avuto origine da una tragedia familiare. Si narra infatti che nella seconda metà dell'Ottocento un tipografo goriziano di nome Cossovel subisse un forte trauma in seguito alla morte improvvisa del figlio, precipitato dalla soffitta in cui stava giocando per il cedimento del pavimento. Per uno strano fenomeno, i suoi nervi ottici subirono una permanente dilatazione che gli permise di vedere ad occhio nudo e chiaramente anche le cose di ridottissime dimensioni.
Il Cossovel pensò quindi di sfruttare questo singolare disturbo ottico per dedicare il tempo lasciato libero dal lavoro alla trascrizione dell'intera Divina Commedia su un unico foglio di pergamena, assecondando così quel gusto per la micrografia e per le edizioni microscopiche che all'epoca era particolarmente in voga tra i bibliofili. L'esemplare della nostra biblioteca fu acquistato sul mercato antiquario nel 1965, anno dantesco, dall'allora direttore della biblioteca Giancarlo Savino.
Dante è anche al centro delle conversazioni dello stesso Savino e della prof.ssa Maria Virginia Porta.