Mi fa davvero piacere partecipare ad un incontro programmato per questo fine pomeriggio presso la terrazza di Palazzo Fabroni: dopo una giornata con la testa nel cassetto, ci affranchiamo dalle beghe quotidiane per guardare un po' in alto. Ci offre questa opportunità la presentazione del libro Quando il corpo è delle altre, scritto dall'antropologa Michela Fusaschi per i tipi di Boringhieri. La riflessione corre su vari livelli. il più interessante quello che evidenzia il recondito "razzismo" dell'approccio umanitario degli Occidentali nei confronti delle popolazioni africane riguardo alla tematica delle mutilazioni genitali femminili: pratiche vietate dalla legge in Europa, e perciò perseguite penalmente quando esercitate nei confronti delle donne immigrate, a fronte del dilagare delle nuove pratiche di chirurgia estetica vaginale, volte a garantire una sorta di ringiovanimento fisico alle donne bianche. Pratiche pressoché identiche vengono incredibilmente incasellate secondo parametri divergenti: segno di arretratezza da combattere in un caso, nuova modalità di espressione della libertà delle donne nel disporre del proprio corpo nel secondo caso.
Impossibile non provare un divertito e solidale stupore nei confronti delle pratiche di manipolazione invalse nelle comunità ruandesi, che non conoscono l'infibulazione né la cloridectomia, ma al contrario allevano le bambine ad allenare i propri organi sessuali ad accogliere con allegria, partecipazione e piacere il membro maschile. Davvero una bella scoperta, della quale nessuno dei presenti aveva mai sentito parlare.
A dimostrazione non solo della nostra soggettiva ignoranza (che ovviamente è un dato incontrovertibile e inattaccabile), ma anche della parzialità con la quale certe conoscenze entrano a far parte del sapere comune e altre rimangono completamente al margine della disponibilità collettiva. Davvero una bella presentazione.