Mattina al lavoro, un po' in Forteguerriana, un po' in San Giorgio, e poi via in treno verso Mantova, dove domani mi aspettano i Fatti di cultura. Il viaggio non è tra i più lineari (cambio a Prato e a Modena), ma si svolge serenamente, dandomi il tempo di dedicarmi alla prima e più antica delle mie passioni: la lettura. Mi sono portata dietro un numero di libri da leggere proporzionale alla mia voglia, piuttosto che al tempo reale a disposizione. Ed in effetti i libri che riesco a leggere sono solo due, mentre per gli altri due mi limito a sfogliare le prime pagine, per poi scoprire di non trovarvi nulla di particolarmente interessante, coinvolgente o significativo.
Sono una lettrice ad assetto variabile (si potrà dire così?): ad un estremo c'è la lettura accompagnata da carta e penna. Ricopio i brani che mi interessano, faccio riassunti e parafrasi, e non solo per la saggistica. All'altro estremo c'è lo sfogliamento distratto: guardo le figure, pilucco qualche frase qua e là, vado avanti e torno indietro. Tra i due estremi, tanti comportamenti diversi a seconda del libro che ho davanti, a seconda dell'ispirazione del momento.