L'occasione della riunione dl Consiglio di Amministrazione della Biblioteca Nazionale Centrale mi porta a Firenze, usufruendo di un giorno di riposo dal mio lavoro istituzionale, a ompensazione del lavoro domenicale per il Festival del Giallo. Ne approfitto per passeggiare tranquillamente per Firenze, notando il brulicare di turisti e soprattutto scoprendo ancora una volta come il turismo abbia fortemente deformato la vita della città: non c'è modo di posare gli occhi su qualcosa di diverso da un negozio di chincaglierie più o meno nostrane, pizze, gelati e panini. Il tutto, va senza dirlo, a prezzi inabbordabili. Per non parlare di mutande, vestiti e borse in quantità industriale.
Tutto invita a considerare lo shopping come la normale attività con la quale gli esseri umani a Firenze siano chiamati a trascorrere l'intera giornata: la visione di collane e anelli eccede la mia personale sopportazione, che è peraltro piuttosto alta. Per Pistoia non desidero certo un futuro di questo genere.