Oggi ho creato la mia "gratitude box", una scatola nella quale intendo raccogliere con frequenza giornaliera brevissime note su ciò che è accaduto di "bello bello bello" nella mia vita, e che magari non mi aspettavo affatto. Una sorta di enciclopedia dei "regali" che mi sono arrivati senza che li abbia esplicitamente chiesti: come, oggi, aver conosciuto per telefono due donne strepitose con cui sento di avere molto in comune, e con le quali avrò la fortuna di collaborare nei prossimi mesi. Sapere soltanto che ci sono, da qualche parte (in questo momento una in vacanza, l'altra alle prese con un libro da terminare), mi riempie di fiducia e mi fa dire che ce la potremo fare. O come venerdì, quando in modo del tutto inaspettato mi è stata offerta una somma di denaro con cui mi sarà possibile realizzare un progetto a cui tenevo tanto, ma che finora era rimasto al palo proprio per l'assenza del finanziamento necessario.
Ogni giorno mi capita di avere esperienza di incomprensioni, conflitti, situazioni negative più o meno gravi: impossibile pensare di rimanere immuni dalle tante cose che non funzionano a questo mondo. Ma evidenziare la "perla" della giornata, quel piccolo evento che riscatta in un momento le negatività con cui ho fatto i conti mi permette di consolidare la mia focalizzazione pressoché continuativa sulla gratitudine: un sentimento che provo con costanza e che rappresenta il "basso continuo" della mia canzone di vita. Ho moltissimi motivi per essere grata al destino che mi sono costruita: vivo in una città bellissima, faccio un lavoro che adoro, condivido le mie scelte con un uomo a dir poco fantastico, ho una bella famiglia fatta di persone a cui voglio un sacco di bene, ho due gattine rosse che adoro, le mie amiche sono le migliori del mondo, e potrei continuare così per altre cento pagine. Mi sento molto di frequente allineata, in sintonia con i miei valori,. Se vincessi alla lotteria il premio di 1 milione di euro, semplicemente non saprei che farmene: mi guarderei bene dal lasciare Pistoia, dal lasciare il mio lavoro, dal modificare pesantemente la mia vita, che è quasi sempre in linea con ciò e voglio e di cui ho davvero bisogno. La fuga ai Caraibi non rientra nei programmi: pistoiesi, siete avvisati!
Per questo, anche nelle serate in cui sono stanca, in cui raccolgo i pezzi rotti da un conflitto, o passati nel frullatore del mondo là fuori, sento il bisogno di dire grazie. Grazie magari solo a un pezzetto piccolo di quello che è successo, che brilla di una luce speciale in grado di farmi sentire che anche oggi certo che sì, ne è valsa decisamente la pena. Ecco un appunto su una nuova card della mia gratitude box.