Dettagli o cose importanti? Rifletto su questa tematica, in una giornata di riposo a casa, durante la quale – oltre al piacere di stare in compagnia di simpatici amici – colgo volentieri l'occasione di *non lavorare*, per ricaricare le batterie in vista della nuova settimana di attività che si sta per aprire. E' stata, questa, una settimana piuttosto impegnativa, caratterizzata da un costante saltabeccare da un tema all'altro, da un progetto all'altro, da un impegno all'altro, secondo una modalità tipica di chi è chiamato a cambiare le ruote della Ferrari in corsa, senza nemmeno poter passare dai box.
In tutti i libri di organizzazione aziendale si consiglia a chi è al vertice di una organizzazione di puntare dritto alle cose importanti, lasciando da parte i dettagli. Solo rimanendo strettamente focalizzati sui risultati più importanti si potrà sperare di raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo di perseguire, specie quando sono particolarmente sfidanti. Se invece si gingilla dietro alle cose di poco conto, si finirà per fare il verso al criceto che corre nella ruota, facendo una gran fatica, ma rimanendo sostanzialmente allo stesso punto di partenza.
Tutto vero, per carità. Peccato, però, che la realtà quotidiana funzioni in un altro modo. Perché può succedere che il risultato importante si raggiunga proprio grazie ad un dettaglio particolarmente curato, che ha fatto la differenza agli occhi di chi era nella posizione di esprimere un parere, scegliere il nostro progetto, finanziare la nostra idea, diventare nostro sponsor, e così via. Una telefonata particolarmente accurata, una relazione corredata di fotografie accattivanti, una cartellina professionale in cui raccogliere i nostri appunti, una conversazione alla quale abbiamo dedicato un po' più tempo di quanto era necessario a volte sono fattori che portano ad uno sblocco della situazione.
Che dire? Lavoro da quasi trent'anni, e con tutte le ore in più che ho fatto, posso dire senza tema di smentita di avere lavorato l'equivalente di normali quarant'anni di lavoro (con 450 ore di lavoro in più all'anno, regolarmente non retribuite, si fa presto, no?). Insomma, in tutto questo tempo non sono riuscita a capire se è proprio vero che debbano essere le priorità a dover ricevere tutte le attenzioni, a detrimento del resto. Ho tante prove in contrario che mi fregano, portandomi a dire che, sì, le priorità sono importanti, ovviamente, ma che anche le posterità non scherzano. Perché si è ricordati, in molti casi, più per la differenza che si è fatta su una minuscola, insignificante cosa, che non per l'effetto di un enorme lavoro sotto gli occhi di tutti. .