In uno dei (rari) pomeriggi liberi dall’ufficio, mi sono dedicata al labor limae sull’ultimo mio librino, presto in uscita nella collana Tool Box della Editrice Bibliografica: il titolo, non ancora del tutto consolidato, dovrebbe suonare più o meno così “Come gestire consapevolmente la comunicazione della biblioteca”, o “Come governare la comunicazione della biblioteca”. L’argomento, a differenza del titolo, è ben chiaro e definito: partendo da una riflessione sul primo assioma della comunicazione (“Non si può non comunicare”), sottolineo l’impatto comunicativo di quelle “scelte” che sono state condotte senza una specifica consapevolezza, ma che incidono fortemente sulla reputazione della nostra istituzione: dal cartello sbilenco attaccato con lo scotch o con le puntine, fino ad arrivare all’uso di certi font o di un certo tipo di carta per le comunicazioni scritte.
Di questi temi mi occupo da tempo nei corsi di aggiornamento: il mio “odio” nei confronti dello scotch è piuttosto famoso, tant’è vero che molti colleghi – all’indomani del corso che hanno seguito con me – mi scrivono per dirmi che non lo usano più, e si ripromettono di adottare soluzioni più adeguate per comunicare in modo appropriato il valore della biblioteca in cui lavorano.
Scrivere questo librino è costato poca fatica: segno che gli argomenti erano già tutti dentro la pancia, e bastava tirarli fuori uno dietro l’altro. Quinto arrivato della collana, dopo gli altri dedicati agli alleanze, al bilancio sociale, ai reclami e al fuori di sé, avrà una copertina color Tiffany: l’unica “imposizione” che ho esercitato sulla casa editrice, come sempre deliziosamente disponibile e paziente nei miei confronti.
Uscirà probabilmente a settembre: ne sono molto soddisfatta, perché le mie attuali esigenze di lavoro e di vita personale non mi permettono di fare di più e di meglio. I progetti di ricerca più ad ampio respiro per il momento attendono tempi migliori.