Caterina non c'è più. Alla malattia sono bastate poche settimane per portarla via. A noi e alla sua famiglia. Oggi eravamo in tanti a salutarla, nella cappella accanto all'obitorio dell'Ospedale di San Jacopo. Tra i tanti, c'eravamo anche noi della Biblioteca San Giorgio, che abbiamo diviso con lei una giornata di lavoro intensa e sempre produttiva. Caterina è stata il mio "braccio destro e sinistro", la collega numero 1 per la soluzione dei problemi e delle difficoltà amministrative: tutte le "robacce" con cui faccio i conti ogni giorno.
Aveva i suoi acciacchi, e li portava con grande classe. Un sorriso a 32 denti contro il quale nessuna delle tante sventure che le sono capitate nella vita poteva avere la meglio. Una voglia di fare, di risolvere i problemi, di lasciare le cose "a posto" che l'ha seguita anche negli ultimi giorni della sua vita, quando era preoccupata di lasciare le consegne a chi pensava che avrebbe preso il suo posto solo lo stretto necessario per la convalescenza. Si parlava di 2 o 3 mesi, ed invece Caterina non c'è più.
Mi manca il mio braccio destro e sinistro, mi manca la collega che era anche un po' amica. Una settimana fa, l'ultima volta che l'ho vista, a casa sua, mi aveva preparato un vassoio di biscotti al cioccolato, perché era contenta che l'andassi a trovare di frequente. Abbiamo parlato di dolci, e ci siamo ripromesse di andare insieme a Palermo, la sua città, per mangiare la torta setteveli, una volta che si fosse ripristinata.
Siamo rimasti tutti molto colpiti per la sua scomparsa. Ci consola soltanto sapere che la velocità con cui la malattia l'ha portata alla fine sia stata tale da risparmiarle il calvario del dolore e delle terapie invasive. Pochi giorni, troppo pochi per iniziare la chemio. Ciao Caterina, collega e amica cara. Se ci guardi da lassù, mandaci un po' della tua energia e della tua forza per andare avanti, perché abbiamo bisogno di te.