Oggi mi godo una fantastica giornata di ferie al Multiplo di Cavriago, dove ho l’occasione di trarre ispirazione dal lavoro che stanno facendo i colleghi di questa mitica biblioteca.
Il Multiplo e la San Giorgio hanno parecchie cose in comune, al di là della evidente differenza di “taglia” (Cavriago è un comune dieci volte più piccolo di Pistoia): in entrambe le situazioni c’è all’opera una squadra di bibliotecari e operatori che riflette molto sul proprio lavoro, e partecipa attivamente alla costruzione e alla manutenzione del modello di servizio. C’è lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di superare i propri limiti. C’è una attenzione specifica alle relazioni esterne, alla comunicazione, alla dimensione “strategica” del fare biblioteca. Il successo è un risultato necessariamente collettivo: ma non voglio dimenticare che in successo così grande ha messo un bello zampino Letizia Valli, una donna speciale, che conosco da 25 anni, e che da oltre 30 ha trascorso ogni giorno della sua vita professionale a fare la differenza. Chiaro che con una persona così si creino le condizioni per i miracoli.
Per questo quando mi capita di trascorrere del tempo qui, so per certo di imparare molto e di tornare a casa più tonificata nelle idee e nelle intenzioni di azione.
Al pomeriggio presentazione del mio libro: la sala conferenze è praticamente piena. Oltre alla neo-assessore alla cultura, Vania Toni, che affronta la sua prima uscita pubblica proprio in occasione di questa presentazione, è presente anche Giordano Gasparini, il direttore della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, che affronta con grande successo il compito di intervistarmi sui contenuti del libro. I partecipanti al dibattito sono interessati e non esitano a condividere con noi le proprie esperienze e le proprie osservazioni sul “lavoro più bello del mondo”.
Con i colleghi del Multiplo di Cavriago, a parlar di eccezioni, gestione degli utenti difficili e difficoltà quotidiane nel rapporto con gli altri "esseri umani". Sveglia alle 4.30: Antonio è così bravo da svegliarsi con me e fare colazione assieme, per poi tornare a letto. Treno alle 5.51, arrivo a Reggio Emilia alle 8.40. Arriviamo in auto a Cavriago alle 9, dove mi aspetta il gruppo dei "Multipli" per condividere una nuova fase del percorso formativo che abbiamo condiviso.
Il lavoro è estremamente interessante e produttivo: sono in compagnia di una squadra di operatori di grandissimo livello, piena di entusiasmo e di ardore.
Il Multiplo è una delle biblioteche più belle d'Italia: anche qui, però, già dopo un annetto di apertura, o poco più, si cominciano a vedere i problemi che la San Giorgio gestisce con qualche anno di anticipo: l'assenza di manutenzione.
Come diceva Leo Longanesi, l'Italia è un paese di inaugurazioni, non di manutenzioni. Tutti pronti a spendere quando c'è da andare sul giornale, poi non si trovano più i soldi per le imbiancature, per le lampadine che si fulminano, per i computer che si rompono. Si pensa che tutto debba andare avanti in eterno senza fare più alcun intervento sostitutivo. E invece le pareti si ricoprono di muffa, i tubi si rompono, i muri si scrostano.
Tutto il mondo è paese. Comunque: I love Multiplo!
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Alzataccia mattutina, per essere alle nove a Cavriago, in compagnia dei colleghi del Multiplo, con cui ho in corso un interessante percorso di formazione e aggiornamento sui temi del lavoro di gruppo e della qualità delle relazioni interne. Trascorriamo assieme una mattina molto proficua, durante la quale ho l'opportunità di condividere con la squadra del Multiplo una serie di esperienze che io reputo particolarmente importanti per la manutenzione e l'accrescimento del brand bibliotecario.
Ii colleghi sono entusiasti e pieni di energia: la loro adesione ai lavori di gruppo è molto alta. Tutti sono felici nel partecipare alle diverse attività. Al Multiplo si respira una atmosfera di grande energia. La motivazione a fare bene è altissima, aiutata anche dal sostegno dell'Amministrazione, che fornisce le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie per fare un buon lavoro.
Fa impressione scoprire che anche in un Paese smandruppato come il nostro si può fare un lavoro serio, e si può arrivare a pensare che tutto questo sia normale. Miracolo Cavriago.
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