Oggi abbiamo dedicato un paio d'ore ad una riunione di tutto il personale (approfittando della chiusura del lunedì mattina) per approfondire la conoscenza del nuovo "Codice di comportamento dei dipendenti comunali", nella versione che recentemente ha approvato il Consiglio Comunale di Pistoia e fa valere per i suoi dipendenti, a partire da un Codice approvato con decreto del Presidente della Repubblica circa un anno addietro (vedi).
Il testo locale riproduce interamente il testo nazionale, aggiungendo alcune norme locali sulle quali è importante riflettere, per non ritrovarci inavvertitamente a compiere qualche inadempienza.
Purtroppo finora a livello di ente non si è verificata la possibilità di scambiare riflessioni e chiedere approfondimenti su un tema così delicato: perciò io mi sono presa l'iniziativa e la responsabilità di condividere il testo con tutti i colleghi, in modo tale da sciogliere i numerosi dubbi e assieme definire quei punti critici per i quali c'è bisogno di un intervento esplicativo di livello più alto.
Le perplessità che ci colgono sono numerose: in effetti, la ratio che ha mosso la stesura di questo testo, sia a livello nazionale che a livello locale, è ben comprensibile: ridurre al minimo i rischi di "contaminazioni" tra gli interessi privati e quelli pubblici di coloro che gestiscono all'interno dell'Amministrazione le relazioni con il mercato, assumendo le decisioni che portano alla scelta dell'uno o dell'altro partner.
Se dunque è comprensibile che sia ritenuto non opportuno che faccia parte di una commissione di gara per l'affidamento della costruzione di un asilo comunale un funzionario che ha acquistato il proprio appartamento presso una delle ditte costruttrici in lizza per l'appalto, è molto meno comprensibile che ciò si applichi a tutti gli altri casi e per tutti gli importi. Nel caso specifico delle nostre biblioteche, quando tra breve sarà necessario comporre la commissione di gara, non sarà facile trovare un bibliotecario che non abbia mai acquistato libri su IBS, su Amazon, o non si sia mai rivolto ad una libreria locale.
Il teorema che sta dietro una norma del genere è preoccupante: l'unico modo in cui un funzionario pubblico garantisce col proprio comportamento di essere "a posto" è quello di non avere contatti con nessun tipo con nessuno, di non fare acquisti, di non intessere relazioni, di non partecipare a nessuna occasione di socialità. Impossibile pensare che questa estraneità dalla vita della comunità possa realizzarsi, specie nelle piccole città.
Personalmente ritengo che le garanzie di correttezza stiano nella trasparenza dell'azione concreta, piuttosto che nella assenza di relazioni con l'uno o l'altro fornitore. Il percorso di riflessione è solo all'inizio: contiamo di disporre a breve di risposte più coerenti e di più alto profilo, per dare attuazione ad un regolamento decisamente impegnativo e invasivo rispetto alla vita privata dei singoli dipendenti.