In sala sono presenti solo bambini e genitori che li accompagnano: ma Il piccolo principe non è un film per bambini, così come il libro a cui si ispira non è semplicemente un libro per ragazzi. La trasposizione cinematografica del libro è nel contempo fedele all'originale ma anche moderna e innovativa, grazie al ricorso ad una storia-cornice che ha come protagonista una bambina vittima delle aspettative di una madre super-efficiente che ha messo in piedi per lei un planning poliennale in grado di condurla scientificamente al successo.
Anche la casa in cui vivere dev'essere nella zona giusta della città: proprio per questo madre e figlia si trasferiscono nell'ultima villetta disponibile di una strada "giusta". Peccato che accanto alla villetta perfetta nella strada perfetta del quartiere perfetto ci sia una casa che cade a pezzi, abitata da uno svitatissimo e vecchissimo aviatore, che un tempo ha conosciuto – ecco il legame con la storia "vera" – il piccolo principe.
Le due storie corrono in parallelo, ciascuna con la propria tecnica di animazione: i pupazzi animati "alla Pixar" e lo stop-motion dei disegni che creano il movimento uno dopo l'altro. Un film bellissimo, da vedere e rivedere senza stancarsi un attimo, in grado di rendere giustizia alla grandezza del messaggio di Saint-Exupéry, e di farci comprendere l'importanza di non perdere mai il nostro legame con l'infanzia, anche quando si è diventati adulti.
Lacrime a catinelle nella seconda parte del film: menomale in sala era buio, e nessuno mi ha visto…