Al termine della giornata di lavoro, mi reco con alcuni amici a Scandicci, presso lo studio dell'Istituto Human Relations, per partecipare ad un incontro-aperitivo al quale Ilaria Buccioni e Anna Maria Palma hanno invitato i partecipanti ai percorsi sul benessere organizzativo. La presentazione, breve ed efficace, riesce a offrire un quadro sintetico di quella che potrei chiamare la "filosofia di Human Relations": aiutare i singoli ad diventare persone solide in organizzazioni liquide, in grado di adattarsi ai forti cambiamenti in corso. A tale scopo, l'Istituto opera sui tre livelli della persona, delle relazioni e dell'organizzazione, mettendo la persona in condizione di scegliere se essere un ostacolo o un contributo nell'organizzazione, ovvero richiamando l'individuo al'esercizio della responsabilità, intesa come resonse-ability, capacità di offrire una risposta alla situazione nella quale ci si trova ad operare.
Nell'invito ero stata attratta a partecipare dall'annuncio di uno scrigno nel quale avremmo potuto collocare le nostre potenzialità per un rilancio della carriera. Dello scrigno neppure l"ombra, e non nascondo di esserne rimasta un po' delusa, ma in compenso riceviamo un barattolo di vetro,d entro il quale siamo chiamati a collocare sassi, ceci e sabbia rispettivamente le nostre priorità, gli mpegni più piccoli e leminutaglie di tutti i giorni.
Qui ritrovo persone che hanno condiviso con mei il percorso sul benessere dei mesi scorsi, e mi emoziono nel rileggere i grandi progressi che abbiamo fatto in tanti mesi, affrontando problematiche complesse e uscendone sempre con potenti strumenti interpretativi.
Aperitivo delizioso, a coronamento di uno splendido incontro. Mi porto a casa il barattolo, cominciando già a pensare alle mie pietre.