Di nuovo in movimento. Direzione Monfalcone. Parecchie ore di viaggio su una Freccia in prima classe: biscottini, aranciatina e librino. Chi meglio di me?
Nella borsa mi sono saggiamente portata qualcosa da leggere, qualcosa da scrivere e qualcosa da pensare. E c'è tempo per tutte e tre le cose, visto che Gorizia non è quel che si dice dietro l'angolo. Ho scelto per il viaggio d'andata "Per dieci minuti" di Chiara Gamberale. C'è chi mi ha detto che non è gran che, ma non mi faccio convincere: la copertina mi piace, la quarta mi intriga, e perciò procedo. Con la Gamberale in mano, arrivare a Venezia Mestre è un attimo.
Mettete una donna nel fiore degli anni, con un marito amato, che contraccambia il suo sentimento nonostante i dieci anni già trascorsi dall'inizio del matrimonio. Un lavoro altrettanto amato come titolare di una rubrica di successo su una rivista altrettanto di successo. Una casa amata, fuori Roma, a due passi dai genitori. Insomma, la felicità al femminile in salsa italiana.
Poi la tegola sulla testa, il fulmine che attraversa il cielo sereno, il terremoto che distrugge tutto quanto: tegola, fulmine e terremoto – ovviamente – tutti insieme, come si conviene alla vita vera, più ancora che ai romanzi ben riusciti. E infatti Chiara, la nostra protagonista felice della sua vita, la incontriamo proprio quando il marito, allontanatosi per una trasferta di lavoro, le comunica di non voler più vivere con lei, e il direttore della rivista le serve sul piatto un licenziamento in piena regola. Il tutto, subito dopo aver lasciato l'amatissima casa in campagna, per raggiungere una Roma sconosciuta e quasi ostile, in una casa che non riesce a sentire sua, specie dopo le disgrazie che le sono capitate.
La nostra Chiara è decisamente messa male, non c'è che dire. Noi lettori, subito dopo essersi immedesimati nel sentimento di sconcerto provato dalla protagonista, ci aspettiamo che il romanzo ci offra l'ingrediente fondamentale che serve per continuare la lettura: il riscatto.
Ingrediente che le pagine ci offrono puntualmente, e con grande dovizia di particolari: impossibile smettere di leggere. L'invenzione letteraria è curiosa, divertente e convincente: dieci minuti. Dieci minuti per fare una cosa completamente nuova ogni giorno per un mese – questo il consiglio della psichiatra alla povera Chiara che chiede aiuto per uscire dalla disperazione. Ma – ci viene da domandare, per poi non aspettarci nessuna risposta – gli psichiatri non sono quelli che non danno consigli ai pazienti disperati, ma li fanno parlare, accompagnandoli nel lungo e difficile percorso di sgombero delle macerie?
Alla psichiatra di Chiara perdoniamo l'eccesso di attivismo terapeutico, che giova alla grande al romanzo: perché infatti i dieci minuti da dedicare ogni giorno ad una cosa nuova sono davvero uno spasso. Accompagnamo Chiara mentre si cimenta col punto croce, cammina all'indietro per strada, si veste da Babbo Natale, cucina un dolce: fa cose normali, o non troppo distanti dalla normalità, ma che per lei sono davvero del tutto nuove. E nel misurarsi con i limiti delle proprie abitudini, nel prendersi cura del cambiamento, sia pure per soli dieci minuti al giorno, la nostra eroina attraversa con disciplina e onore il suo mese sperimentale, ritrovandosi carica di una nuova energia da usare per rialzarsi e riprendere a vivere.
Un libro gradevole, ben scritto, e con il valore aggiunto (o il disvalore, a seconda dei gusti) del consiglio di vita: il cambiamento è l'unica condizione di vita nella quale siamo immersi. Opporsi ad esso, quando non ci piace, è sbagliato. Bisogna imparare a conviverci, ed anzi a trarne beneficio. E per imparare a fare questo, bisogna fare esercizio. Essere disciplinati e determinati.
Il libro è diventato anche format per un reality show televisivo sul canale LaSette: niente di becero – per fortuna – come l'Isola dei famosi. Cinque persone comuni, ciascuno con la propria storia più o meno burrascosa, che si cimentano con i loro "dieci minuti" di cose mai fatte ogni giorno. E' inconsueto che un libro di "letteratura" dia luogo ad un reality: una dimensione popolare della cultura che andrà osservata con attenzione prima di esprimere giudizi affrettati.