Questi bellissimi giorni di festa e di vita in famiglia (oltre che dentro l'acqua del Mar Jonio) sono fortemente caratterizzati da un protagonista assoluto: la cucina di Nonna Antonietta, che dalla mattina alle cinque per tutta la giornata sta davanti ai fornelli per la banda di parenti affamati che si presenta puntualmente due volte al giorno per far fuori in pochi minuti ciò che ha richiesto ore e ore di preparazione.
Uno degli ingredienti fondamentali della cucina calabrese è la melanzana: le "mulingiane" si cucinano in mille modi diversi, con risultati differenziati: ma sempre rigorosamente fritte nell'olio. Gli involtini di melanzane sono a mio avviso il punto più alto. Ma non si scherza neppure con i fiori di zucca, che "friuti" nell'olio, nella pastella, nella mollica di pane, e riempiti di provola e prosciutto cotto, possono essere considerate dimostrazioni dell'esistenza del paradiso.
Per non parlare dello "stocco", ovvero lo stoccafisso, che viene sfilettato e trattato con pomodoro e altri ingredienti più o meno segreti, per fare un piatto unico di livello stratosferico, grazie all'aggiunta di abbondanti spaghetti.
Che dire, poi, degli arancini di riso, quelli ai quattro formaggi e quelli con la mitica nduja? C'è poco da dire, perché la bocca è presa da altre operazioni.
La permanenza in Calabria porta inequivocabilmente tra le conseguenze l'aumento di una taglia a settimana: suvvia, che saranno mai tre chili in più? Basterà poi mettere la testa a posto al ritorno e nutrirsi di erbette fino a natale.