C'è una legge più scientifica della legge di gravità, più conosciuta dell'equazione di Einstein, che vige non già nell'ambito del mondo fisico, bensì in quello del time management. Quando si hanno moltissime cose da fare, e queste cose sono talmente tante che proprio non ci si fa a farle tutte, l'unico modo per raggiungere l'obiettivo di realizzarle è… aggiungere al mucchio altre cose da fare. Accadrà certamente che, nel rimescolamento conseguente all'aggiunta, si troverà nuovo spazio per tutto, giacché la legge sulla impenetrabilità dei corpi vale – appunto – per i corpi, ma non per le cose da fare (sennò il multitasking sarebbe illegale).
Esiste una variante popolare di questa legge, o per meglio dire, una variante plebea, che io applico con rutilante frequenza, non tanto per le cose che debbo fare io, quanto piuttosto in reazione a richieste provenienti da qualche mio interlocutore. Un giocatore di carte parlerebbe di carico da calare; un militare parlerebbe di alzata di tiro.
Io, che non amo giocare a carte né tanto meno amo la guerra e chi la fa, preferisco la versione plebea, di cui mi ha edotto il mio vecchio amico C., e che si riassume nell'espressione "levare la sete col prosciutto". Diffidate dalle imitazioni: "levare la sete col prosciutto" significa accettare una sfida, ripagare con la stessa moneta, rispondere a chi vuole metterci in difficoltà con una soluzione che va oltre la richiesta che abbiamo ricevuto.
Insomma, se io mi domando come fare a fare tutto, e per risposta aggiungo altre cose da fare, chiaro che mi sto levando la sete col prosciutto. Tutto chiaro? Quindi, procediamo.
Troppe, troppissime le attività messe in campo finora sul fronte comunicativo alla Biblioteca San Giorgio: la newsletter, i social, il sito web (da rivedere completamente), i comunicati stampa, i rapporti con gli alleati, il bilancio sociale. Per non parlare dei gadgets bibliografici, dei percorsi di lettura, delle attività di YouLab… Oggi abbiamo varato una nuova ideona comunicativa, che non esiste ancora al mondo ma che richiede parecchio lavoro. Le colleghe e i colleghi sono già oberati, io mi domando quando posso trovare il tempo, visto che vorrei continuare ad andare a lezione di inglese, avere almeno un pomeriggio libero a settimana, insegnare all'università, scrivere tutte quelle cose che ho promesso a varie persone perbene che avrei scritto, per non parlare della cinquantina di ore a settimana che passo sulla mia poltroncina arancione.
Ma l'idea è veramente "fichissima", e se la realizziamo saremo i primi al mondo. Forza, un'altra fetta di prosciutto, che ho sete.