Esigenze di lavoro mi hanno portato oggi a visitare la mostra "Quando si lavorava in bicicletta", aperta da domenica scorsa nelle Sale Affrescate del Palazzo del Comune a Pistoia. Sono esposte alcune "biciclette di mestiere" , usate da artigiani e commercianti ambulanti per spostarsi di paese in paese e offrire i loro servigi a chi ne faceva richiesta. Le biciclette, che appartengono a collezioni di privati, datano tra gli inizi del Novecento e gli anni Cinquanta. Assolutamente strabiliante la bicicletta del fotografo, con tanto di dagherrotipi; per non parlare di quella del burattinaio. Che dire poi di quella del barbiere? In queste biciclette c'è davvero un condensato della storia del "tempo che fu". E mi lascia qualche preoccupazione il fatto di ricordare perfettamente di avere visto con i miei occhi, dal vero, e non dai documentari dell'istituto Luce, la bicicletta del lattaio e quella dell'arrotino. Segno che anch'io comincio ad essere un articolo da museo?
La mostra è estremamente gradevole, anche se troppo fragile dal punto di vista dell'accompagnamento didattico.
Una cosa che mi è molto piaciuta: le "basi" espositive costruite con due pancali di legno dipinti di bianco. Una cosa che non mi è piaciuta affatto: i cartelli scritti a mano col pennarello con il divieto di toccare gli oggetti esposti. Un errore davvero grossolano, ma per fortuna rimediabile.