Un “librino”, come lo stesso autore definisce questo testo, che si legge in meno di un’ora, ma che regala una esperienza di lettura di grande qualità. E’ la rassegnazione a regnare sovrana nella vita e nei pensieri di Aldo, protagonista della storia: un libraio indipendente che, dopo vent’anni di attività nel quartiere di Chiaia, a Napoli, si trova a fare i conti non soltanto con la crisi economica, ma anche e soprattutto con l’impoverimento delle pratiche di lettura, sempre più massificate e comandate dalle leggi del consumismo. Lui, che ha amato condividere con i lettori (guai a chiamarli clienti!) il gusto per i libri in grado di far vibrare le corde delle emozioni più profonde, si trova costretto ad abdicare alle mode del momento, mettendo in vetrina gli unici prodotti che si riescono a vendere: i libri illustrati di ricette e i romanzi rosa.
Quella stessa rassegnazione che segna la sconfitta della sua vita professionale dillaga anche nella sua vicenda privata: con la moglie ormai la passione dei primi anni si è spenta, per lasciare il posto ad una educata sopportazione. Tutto sembra congelato nel grigiore deprimente di una quotidianità priva di speranza, finché in libreria succede un miracolo: entra una ragazza dall’aspetto di un angelo, che esce di fretta, dopo pochi minuti, senza fare acquisti. Non è solo la bellezza a della giovane donna a risvegliare le speranze di Aldo: ciò che lo riempie di una straordinaria energia è l’ipotesi, suffragata dai fatti, che la ragazza abbia rubato proprio il libro che a lui è più caro: un furto che il libraio vive non già come una perdita, bensì come un segno incontrovertibile del destino.
Costruito con sapiente abilità narrativa (e non diciamo altro, per non togliere la sorpresa al lettore!), il “librino” piacerà molto soprattutto a chi ama i libri e la lettura, ma permetterà anche a chi ha letto i precedenti romanzi di Piedimonte di scoprire un nuovo “lato narrativo” di questo giovane autore napoletano.