La neve è arrivata stamani: l'abbiamo salutata dalle finestre di Palazzo Fabroni, in via Sant'Andrea, dove ho trascorso la mattina in compagnia di un gruppo di colleghi per partecipare ad un momento formativo sul tema della sicurezza sul luogo di lavoro e sul benessere organizzativo. Sono diventata "preposta", un titolo dal sapore vagamente ecclesiastico, ma che invece ha il significato tutt'altro che vago di ammonirmi a fare le cose per bene, giacché, se succede qualche incidente nelle biblioteche cittadine, un po' di colpa, se non proprio tutta, me la devo prendere.
Per fortuna non dirigo una miniera di carbone, né una catena di fabbriche addette alla produzione di acqua pesante per le testate nucleari: gravi problemi di sicurezza non ce ne sono, ma ciò non toglie che una qualche attenzione più che casuale debba essere assegnata, da oggi in poi, anche a questa nuova responsabilità.
Pomeriggio di corsa a Firenze, dove smaltisco l'ultima sessione di esami dell'anno, dedicata agli studenti lavoratori: tutti i ragazzi risultano sufficientemente preparati, e ne sono contenta.
Il ritorno a casa è innevato: per fortuna Antonio riesce ad uscire dall'ufficio in tempo per passare con la Musa dalla stazione: raggiungere a piedi il viale Adua sarebbe impresa non solo titanica, ma anche scriteriata, soprattutto in un momento in cui la mia salute non appare nella sua versione più sfolgorante.
Domani è in programma la cerimonia della pedonalizzazione di piazzerta delle scuole normali, di piazza della salienza e di piazza San Bartolomeo (con un assaggio di pedonalizzazione di piazza dello Spirito Santo); ma se continua a nevicare così, temo proprio che le iniziative rischieranno di essere rinviate a tempi migliori.