Avevo detto ad Antonino: "Non stare a comprare quei mazzolini di mimosa che i fioristi ti fanno pagare un occhio della testa. Lo sai, non c'è bisogno per noi di festeggiare la festa della donna". E Antonio mi ha dato retta: ha fatto recapitare alla Biblioteca San Giorgio un vero e proprio albero di mimosa. Tecnicamente mi ha dato retta, in effetti. Ma il suo incorreggibile romanticismo non gli permetterà mai di dimenticare una "festa comandata" o una nostra ricorrenza.
Sinceramente, posso dire che lo adoro anche per questo.
Dunque, oggi è l'8 marzo. In ufficio, a parte l'albero recapitato da Antonio, nessun uomo ha fatto dono di alcunché: neppure chi avrebbe potuto (o meglio ancora avrebbe dovuto). Ma di Antoni ce n'è uno solo, e va bene così.
Pomeriggio in università: qualche mazzetto in giro per Firenze, ma niente di che. In effetti c'è poco da festeggiare: ogni giorno le donne vengono ammazzate, sgozzate, picchiate, accoltellate in quella che si sta sempre più caratterizzando come la vera mattanza dei nostri giorni. Il femminicidio (vedi) è una vera e propria emergenza nazionale: non soltanto sul piano criminologico, ma anche e soprattutto su quello sociale e culturale. E' il segnale di un rapporto arretrato e distorto tra uomini e donne. Gli uomini uccidono le donne perché non sono capaci di accettare la loro libertà.
Il Comitato Se non ora quando? sta lavorando intensamente perché il tema sia iscritto nell'agenda politica.
Ha scritto Lea Melandri: "Non si può pensare che sia solo l’attaccamento al privilegio che la storia ha riservato a una comunità di uomini a tenere fuori dal dibattito pubblico un fenomeno di cui dovrebbe essere evidente la portata sociale, culturale e politica. Molto più inquietanti e temuti dei cambiamenti climatici, dell’esaurimento delle risorse naturali del pianeta, dello smaltimento dei rifiuti, devono essere la libertà con cui le donne affermano oggi la loro esistenza come persone, sempre meno conformi ai ruoli tradizionali di «mogli di», «madri di», e il riemergere di un’originaria fantasmatica potenza femminile, che incrina sicurezze identitarie e poteri maschili trasmessi finora come leggi naturali di padre in figlio" (leggi tutto).