Questi giorni densi di attività lavorativa sono stati percorsi da un grande dolore: quello per la scomparsa di Gatta Franca, la gatta che ha condiviso la mia vita adulta fino a oggi. Il prossimo febbraio avrebbe compiuto 19 anni: un traguardo davvero raro per i gatti comuni.
La sua perdita ha per me rappresentato una ferita dolorosissima: non mi vergogno affatto nel paragonarla a quella di un essere umano della famiglia. Perché Gatta Franca era sostanzialmente convinta di essere un essere umano, e io dal canto mio non l'ho mai considerata di meno.
Se n'è andata in pochi secondi, sul tavolo del veterinario di guardia, a Candeglia, in una sera freddissima e piena di vento, in cui io e Antonio ci siamo imbacuccati, abbiamo messo la piccola gattina nella coperta, e da lì nel suo trasportino, perché negli ultimi giorni, nelle ultime ore stavamo assistendo al suo tracollo fisico e volevamo liberarla dalla sofferenza.
Non voglio ricordarla ormai priva di forze, cieca e incapace di muoversi: la voglio ricordare come è stata fino a pochissimo tempo fa, piena di vita, piena di coccole e di amore per me e per Antonio.
Gatta Franca ha raggiunto la sua mamma di pelo, Gatta Mammona, nel paradiso dei gatti buoni. Grazie, piccola Franca, per tutto l'amore che ci hai dato e per tutto quello che hai condiviso con me nei momenti belli e in quelli brutti. Sarai sempre nei miei ricordi e ti vorrò bene per tutta la vita che mi resta. Riposa in pace, vicino alla tua mamma