Oggi si è idealmente conclusa, molto felicemente, una fase importante nella storia della Biblioteca San Giorgio: davanti ad un pubblico significativo sia in qualità che in quantità, e soprattutto alla presenza del sindaco e dell’assessore alla cultura del Comune di Pistoia, abbiamo presentato il Bilancio sociale 2011, a conclusione di un lungo ed intenso lavoro di ricerca, misurazione ed approfondimento che ci ha impegnato per parecchi mesi.
Il lavoro ha inteso offrire una risposta originale a due opposti “luoghi comuni” sul rapporto tra economia e servizi culturali: da un lato, l’idea molto diffusa che i servizi culturali siano per loro natura esclusivamente una fonte di costo, muovendosi esclusivamente sul lato “uscite” del bilancio, a fronte di “entrate” irrisorie e insignificanti. Secondo questa idea, le biblioteche pubbliche – che da sempre offrono servizi gratuiti – possono rappresentare una occasione di risparmio per la comunità solo quando si tagliano i budget, e conseguentemente si riducono i servizi.
Chi si muove secondo questa linea di pensiero, se è “amico” delle biblioteche, parlerà di beni meritori da tutelare sempre e comunque; se è “nemico”, proporrà razionalizzazioni volte a tagliare ciò che reputa essere nient’altro che un ramo secco.
L’altro luogo comune, popolatissimo al pari del primo, si muove secondo una traiettoria più filosofica: i servizi culturali vivono in un mondo lontanissimo da quello del business, hanno valore di per sé, indipendentemente dai costi vivi da sostenere, perché servono a conservare la memoria storica, difendere la civiltà, tutelare la democrazia, etc. E perciò non hanno bisogno sostanzialmente di porsi il problema di essere “efficienti”: valgono, in qualche modo, a prescindere da ogni azione di misurazione, valutazione e razionalizzazione.
Queste due idee hanno ormai perso il loro appeal anche agli occhi del cittadino comune, che è in grado di riconoscere il valore imprescindibile di un servizio culturale solo in un contesto che ne misuri effettivamente la ricaduta sulla comunità di riferimento.
Il nostro “bilancio sociale”, nel superare queste due idee contrapposte, vuole affermare la redditività della San Giorgio scendendo direttamente nell’agone della competizione con gli altri servizi, pubblici e privati, per mostrare – dati alla mano – quanti risparmi ha prodotto nelle tasche dei cittadini, a partire dagli usi effettivi dei singoli servizi erogati, al netto di tutte le spese sostenute per produrli.
Non si tratta di indulgere ad un rigido aziendalismo: l’obiettivo è piuttosto quello di far percepire ai diversi stakeholder (amministratori, utenti, alleati, semplici cittadini) l’utilità anche economica di uno straordinario “indotto”, sempre apprezzatissimo, ma a volte anche a rischio di essere considerato acquisito una volta per tutte, e non da riconquistare momento per momento, soprattutto all’epoca della crisi.
Splendido l’intervento del sindaco Bertinelli, che per quasi un’ora intrattiene l’uditorio con considerazioni di alto profilo sui destini della biblioteca, su quanto sia stata e possa continuare ad essere uno straordinario volano di trasformazione per una città ancora piena di speranza per il futuro.
Messo alle spalle questo impegno, posso considerare di avere chiuso la fase burrascosa e inquieta del passaggio dal vecchio al nuovo lavoro. Dalla prossima settimana, le tantissime cose da fare potranno essere finalmente inquadrate in un contesto sostanzialmente più sereno, e perciò – voglio sperare – anche più fattivo e meno faticoso.