Un illustre collega lombardo tempo addietro ebbe a scrivere un gustoso pamphlet nel quale, per amore di paradosso, sosteneva che delle biblioteche si doveva parlare pochissimo. Perché le biblioteche, diceva, sono un po' come gli ospedali e i ponti. Finché tutto va bene, nessuno ne parla. Poi quando viene lasciata una pinza nella pancia del paziente, o quando un pilone crolla, portandosi dietro tutte le auto di passaggio, allora ospedali e ponti assurgono agli onori della cronaca. E così le biblioteche: non se ne deve parlare, perché quando se parla, è perché è crollato un cornicione o si è allagata una sala. Le biblioteche vivono nel silenzio della quotidianità, tutte prese nel loro fare servizio ai tanti cittadini che varcano la soglia.
Ovviamente si trattava di una provocazione: il collega sapeva ben più di me quanto è importante comunicare, e quanta fatica si deve fare per costruirsi un buon rapporto con la stampa. Ed ecco che oggi trovo il tempo di leggere un articoletto apparso su "Repubblica" un paio di giorni fa, sul tema delle biblioteche da spiaggia. Ecco qui il link:
Bene che si parli delle biblioteche da spiaggia, che esistono da tanti anni, e non sono certo una invenzione di quest'ultima stagione. Ne parlava nel 1995, al famoso convegno di Castelfiorentino "La biblioteca fuori di sé", Donatella Curletto a proposito del bibliobus che attraversava le spiagge del Genovese (vedi articolo su Biblioteche oggi); ne parlava Pedro Bravo dalla Catalogna (vedi articolo su Biblioteche oggi). Tante sono le esperienze stratificate negli ultimi vent'anni di lavoro da parte dei bibliotecari di incentivo alla lettura anche sulla spiaggia e in pineta.
E' bene che i mass-media ne parlino, magari non rinunciando a quell'approccio "scandalistico" ed "eccessivo" che caratterizza l'attuale modo di porgere le notizie: è tutto un boom, un disastro, un picco, un mirabolare di cose. Ma anche con questo tributo ai difetti del giornalismo di un paese provinciale, bene così: parliamo delle biblioteche, parliamo del loro ruolo straordinario, parliamo del fatto che sono l'unico servizio pubblico gratuito rimasto nel paese.