Oggi non mi ferma nessuno. Ho cominciato dall’armadio degli asciugamani, per proseguire con gli scomparti dedicati alle lenzuola e alle tovaglie. Tra un carico e l’altro della lavatrice, ho poi sistemato tutti i cassetti del mio settimino, quelli della toilette in camera da letto, quelli del bagno personale e dell’ufficio domestico. Applicando le regole dello space clearing e del feng-shui, ho restituito piena vitalità a tanti spazi di casa che ormai avevo perso di vista da qualche mese, destinando ad altre persone ciò che non ho intenzione di usare più, ricomponendo ciò che il tempo ha diviso (a voi non capita mai di ritrovarvi 6 tovaglioli in una stanza e gli altri 6 in un’altra? No? A me sì, ecco). Alcune tovaglie hanno preso la strada degli stracci, altre sono assurte agli onori del red carpet (ma guarda: chi si ricordava di questa tovaglia? – usiamola subito!), altre ancora non soltanto si sono ricongiunte con i loro tovaglioli, ma hanno maturato la giusta distanza da asciugamani e altro bianco destinato ad altri fini. Insomma, tutto perfetto, o quasi.
Riordinare è una grande medicina: affatica, ma distende i nervi, aiuta a ritrovare il proprio equilibrio, oltre a ritrovare un sacco di cose di cui si era perduta traccia. Il reparto cosmetici mi dice che posso evitare acquisti fino al 2018, e forse potrò anche andare oltre. Per non parlare del reparto buste e confezioni regalo, che mi porge davanti agli occhi l’immagine inaccettabile di non avere mai più bisogno di varcare la soglia di Mr. Wizard, neppure campassi cent’anni.
Mentre sento che Yin e Yang stanno di nuovo scorrendo con tutta la loro energia all’interno degli armadi, mi accorgo invece di avervi rinchiuso dentro Ginger e Pallina, che fanno il diavolo a quattro nel reparto foulard, garantendomi almeno altre due buone giornate di duro lavoro come questo.
Meritatissima cena a casa di mamma, dalla quale torno con un nuovo spettacolare trofeo: un magnifico stender da orecchini, acquistato on line in un negozio di Seravezza (o giù di lì), che il corriere ha recapitato – come di solito – nell’indirizzo familiare più presidiato di tutti. Meraviglia delle meraviglie, non sento certo il peso né della giornata di lavoro appena trascorsa, né delle ore piccole che riesco a fare, nel sistemare tutti i miei orecchini in questa nuova reggia che farà loro da location nei prossimi anni. Mi godo la sola idea di poterli contemplare tutti insieme, e tutti in una volta, per poter scegliere proprio quelli perfetti per l’outfit del giorno. Ecco cos’è la felicità: sta in un pacco del Bartolini.