Non tutte le ferie sono uguali. Esistono le ferie "classiche", durante le quali lasciamo la nostra abituale dimora per raggiungere una località diversa dove trascorrere qualche giorno di relax, al mare, in montagna, ai laghi, in collina, in agriturismo, solitamente in compagnia delle persone che ci sono più care, nell'intento di prendere l'abbronzatura, riposarsi, chiacchierare, leggere il libro che non si è mai avuto il tempo di leggere, giocare a sudoku, o fare altre mille cose che la quotidianità ci ha impedito di fare. Le località potranno essere esclusive o popolari, la permanenza più o meno breve: tutto dipenderà dal nostro portafoglio. Il tempo trascorso sarà di una noia mortale o rigenerante: tutto dipenderà dagli occhiali che indosseremo per interpretare noi stessi e il mondo esterno.
Ci sono poi altre ferie più impegnate e memorabili: viaggi in terre lontane, tour culturali o tematici, visite in città d'arte di qua o di là del mondo. In queste situazioni c'è poco spazio per il relax vero e proprio: ogni minuto è prezioso per accogliere una nuova esperienza, conoscere nuove situazioni, esplorare una realtà diversa dalla nostra. Anche qui contano molto il portafoglio e gli occhiali.
Aggiungo un'altra tipologia di ferie, che potremmo chiamare "utilitaristica": dobbiamo traslocare, ridipingere la casa, svuotare la soffitta per crearci uno studiolo tutto per noi. Si tratta di giornate piene, spesso faticose, durante le quali però il cervello interrompe la sua routine ed in qualche modo si riposa.
Per fortuna i contratti di lavoro nei paesi civili ci garantiscono un numero di giorni di ferie più che sufficiente per sperimentare nello stesso anno varie tipologie di interruzioni dell'attività lavorativa: possiamo permetterci la settimana di mare, il viaggio esotico, e magari anche qualche giorno di bricolage in casa. In questi casi è il portafoglio a dettare legge.
Per questa settimana io ho scelto una tipologia di ferie ancora diversa, sicuramente poco praticata ma a mio parere molto utile. Si tratta di una vacanza domestica, trascorsa quasi per intero all'interno delle mura di casa, dedicata alla manutenzione straordinaria dei sogni e degli obiettivi di vita. Dopo un anno di lavoro intensissimo, nel quale la fatica ha fatto sentire i suoi colpi, c'era proprio bisogno di una bella ricentratura sul significato delle cose, sul loro ordine di priorità nella mia vita. Un esame attento e spassionato di ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato nei diversi ambiti, personale e professionale, richiede un tempo di elaborazione e focalizzazione che gli impegni ordinari non lasciano libero. Ecco quindi la necessità di una pausa di riflessione dal lavoro, durante la quale tra le nove del mattino e le sette di sera mi prendo cura della mia anima, in solitudine, lasciando poi il tempo restante alla cura della famiglia e delle relazioni.