Corsi e ricorsi della vita: in gioventù, durante i miei primi due decenni di carriera professionale (!), mi sono dedicata in più di una occasione a ideare e realizzare dei gadgets di lettura: oggetti curiosi, e rigorosamente poco costosi, pensati per avvicinare le tradizionali "proposte di lettura" presso un pubblico meno avvezzo ai consumi culturali. Grazie a richiami ironici, ho inventato veri e propri "falsi" con l'intento di accompagnare l'azione culturale con un sorriso. Penso in primo luogo al Bibliovital (40 proposte di lettura contro l'invecchiamento del cervello), una piccola scatolina che richiamava il Gerovital, un sedicente elisir anti-invacchiamento che per lunghi anni gli Italiani hanno acquistato di contrabbando nei paesi dell'Est. Penso anche al Bibliocd (proposte di lettura a basso volume), un quadrotto con proposte di lettura inserite in un contenitore di CD, all'epoca in cui i CD erano appena entrati nell'uso (e infatti, durante la distribuzione in biblioteca, a chi ci diceva di non avere a casa un lettore CD, dicevamo: "Non serve il lettore, basta il lettore!!).
Più tardi sarebbe arrivata, bellissima, la Librizia (letture d'intesa), una falso flacone di deodorante in grado di lasciare "quella sensazione di intelligenza che ti accompagna per tutto il giorno": un prodotto decisamente divertente e azzeccato.
Poi la vita mi ha portato altrove: al centro dei pensieri ci sono state più le beghe amministrative che i giochi di lettura. Ma quest'anno – alla ricerca del lato positivo del mio downshifting professionale – mi sono presa la libertà di pensare ad un nuovo gadget, da diffondere in occasione della prossima festa dell'8 marzo: una scatolina di crema di bellezza a base di lettura.
L'oggetto, realizzato in collaborazione con la mia giovane collega Carolina, è delizioso, e si preannuncia super-prenotato. Come un vero anti-age dagli effetti miracolosi.