No, non parlo del referendum. Sono andata a votare, ed ho fatto la scelta che ho ritenuto migliore, traendo spunto dalle riflessioni emerse in occasione dell'incontro informativo svoltosi qualche settimana fa alla San Giorgio, durante il quale ho capito che i cittadini sarebbero stati chiamati ad esprimersi in blocco su una quantità notevolissima di scelte diverse, sulle quali normalmente avrebbero potuto maturare opinioni anche diverse.
Parlo invece del lavoro che ho fatto questo pomeriggio e questa sera, quando – approfittando degli impegni lavorativi di Antonio – mi sono messa davanti al computer per buttare giù una serie di idee su libri e articoli da scrivere, tematiche da approfondire e studi da calendarizzare. Il tutto in consapevole ed ostinata ostilità al più opportuno buon senso, che consiglierebbe vivamente, con l'anno che sta per cominciare, di moderare gli ardori scrittori, declinare qualche invito all'approfondimento e starsene tranquilli a tirare il fiato, dopo giornate che è un eufemismo dire che saranno "a tutto foo".
Ma il buon senso non è mai stato un ingrediente prevalente nelle mie scorribande programmatorie, sempre a metà strada tra le buone intenzioni, i sogni, i desideri e i miraggi. D'altronde, a sognare alto ci si diverte parecchio. E dunque, oggi, mi sono divertita parecchio.