Va bene, va bene, lo so: non occorre che mi ricordiate che dopo le celebrazioni per l'addio al prelibato non avrei mai più dovuto mangiare la pizza (né tanto meno i gelati). Ma, capite, sono momenti – questi – parecchio arruffati, e un contentino all'anima, che passi per lo stomaco, bisogna pur darlo, datosi che le consolazioni su altri fronti non abbondano. Ed allora eccoci qua, stasera, io e Antonio, sfrecciare con la nostra torpedo blu in direzione Spazzavento, verso quella Mecca del gusto che è la pizzeria VAT69: un vero tuffo negli anni Settanta, per un tagliere di pizza a dir poco fantastico.
Tre gusti a scelta. Noi che siamo peccatori DOC scegliamo salsiccia e friarielli, salsiccia e stracchino, speck e formaggio, causando un crollo abissale sul fronte della tenuta dei miei valori animalisti. Ti chiedo perdono, Gatta Franca!
La pasta è assolutamente perfetta: elastica e nel contempo scrocchiarella, con la cornice esterna bella alta, e la base interna sottile, un po' bruciacchiata come piace a me. Gli ingredienti sono "giusti": ricchi ma non troppo. Ensemble da premio nobel.
Il padrone di casa, vecchio amico di Antonio, è molto simpatico e gentile. Il giardinetto esterno è delizioso (anche se le zanzare sono fameliche, e io ho dimenticato a casa il flacone dell'Autan). Spendiamo pochissimo, e siamo davvero soddisfatti. Intendiamoci: il locale è tutto all'opposto dei locali shabby chic che piacciono a me: anzi, oserei dire che – più che vintage – è bruttarello. Ma se si ha voglia di mangiare bene, e non si è tanto delicati nel guardarsi intorno, è il posto migliore di Pistoia per mangiare la pizza. Parola!