Oggi si conclude la settimana di vacanza in Calabria: una vacanza di cui – per mera scaramanzia – non ho finora parlato su questo diario on-line, se non altro per non offrire ai potenziali ladri d'appartamento il consiglio di una visita fuori programma servito su un piatto d'argento.
Torno in aereo, dopo il tragico fallimento del piano A, che prevedeva un viaggio in treno riposante all'insegna della lettura: il treno da Reggio Calabria ha un ritardo epico, ed io rinuncio alla partenza, sottoponendomi al calvario della ricerca di un'alternativa, veramente costosa in questi giorni di grande esodo da sud a nord. Al prezzo di un volo intercontinentale trovo un posto su un volo Alitalia che da Reggio mi porta a Roma, e da lì a Firenze. Una cifra consistente buttata al vento, immolata sull'altare dell'inefficienza e dell'arretratezza. L'Italia è un paese diviso in due, e ogni tanto lo dimentico.
Al di là della brutta avventura connessa al rientro a casa, posso dire che la vacanza è stata decisamente gradevole e riposante: le spiagge di Tropea, Bagnara, Capo Vaticano e Pizzo hanno fatto il loro dovere, regalandoci sempre un mare cristallino e invitante. La cucina ci ha deliziato, così come la compagnia di amici e parenti. Per non parlare dello shopping, che ho esercitato con metodo scientifico e continuativo, approfittando dei prezzi resi particolarmente competitivi dagli sconti di fine stagione.
L'auto che tra una settimana riporterà gli scatoloni con gli acquisti (che certo non ho potuto portare con me in aereo) è carica fino all'inverosimile: si prospetta un week-end all'insegna dello "spacchettamento", per la gioia mia e di Antonio.