Non è la prima volta che mi incaponisco di alleggerire la mia vita dei troppi oggetti inutili che conservo in casa: a due passi dal cambio di semestre, vale la pena focalizzare uno di quegli "obiettivi di miglioramento" che meritano quella disciplina e quella continuità di cui ogni tanto faccio difetto. Eccolo qui, l'obiettivo nuovo splendente: entro il 31 dicembre 2017 liberarmi di almeno 500 oggetti che hanno preso la residenza nella mia casa, rendendomi la vita un po' più complicata di quanto avrei bisogno.
Ho troppo di tutto, in quasi tutte le categorie merceologiche. La palma d'oro spetta ovviamente alla cancelleria e alle decorazioni, che però rappresentano per me un grande motivo di gioia, e quindi in questo caso il mio obiettivo non è tanto quello di liberarmi di loro, quanto di usarle davvero per i tanti lavori creativi, goderne fino in fondo e soprattutto non comprarne di nuove. Tanto per fare un esempio: bastano secondo voi 50 rotoli di carta da regalo di tutti i colori? Sì, bastano. E non c'è rischio proprio di rimanere senza, neanche dovessi impacchettare tutto l'appartamento. Quindi: niente nuovi rotoli di carta da regalo. E così va per i bottoni, per le perline, per la gomma crepla o per la carta da scrapbooking.
Scorte fino alla fine del mondo: terza e quarta guerra mondiale comprese. Da ieri sulla mia agendona 2017 ho cominciato a scrivere l'elenco degli oggetti a cui ho trovato una nuova destinazione: 7 ieri, 12 oggi. Ciascuno di loro è uscito o uscirà presto dalla porta di casa per non farvi più ritorno, ma soprattutto per rendere felice qualcun altro, a costo zero.
Parliamoci chiaro: il successo di questo programma potrà essere garantito solo se non alimento la corrente in direzione opposta. Non comprare è quindi la vera e forte parola d'ordine che sento di dover fare mia, se intendo godere dei vantaggi di questo alleggerimento: inutile darsi pena di portare una scatola di lapis in ufficio, se poi – tanto per dire – ne compro due nuove quando passo da Tiger. L'operazione ha infatti senso se riduco lo shopping non essenziale (senza per questo immaginare di vivere una vita monacale, del tutto lontana dalle mie abitudini e dalle mie intenzioni). Chissà che non si rilevino effetti positivi anche sul borsellino: e se il non-acquisto mi permettesse di mettere da parte un piccolo gruzzoletto aggiuntivo da "spararmi" in una gita a Ahrus o a Barcellona? Ecco, ci voglio proprio pensare su.