Una giornata sicuramente da dimenticare, nel corso della quale la tosse ha raggiunto livelli imperiali, e non ci sono stati momenti di tregua neppure ad invocare la convenzione di Ginevra.
Troppa fatica leggere, impossibile applicarsi allo svolgimento anche di operazioni facili. Mi faccio accudire in tutto e per tutto, lasciando nel lavello la tazzina del caffè o il bicchiere della spremuta d'arancia (l'unico sapore buono che riesco a riconoscere, sotto l'effetto delle medicine che stanno facendo il loro corso).
Troppo difficile programmare con attenzione la programmazione televisiva serale: mi fermo su Rai 2, dove trasmettono Un amore all'improvviso, un film che i fumi della bronchine mi fanno credere strano, e che invece è un polpettone tipo Ghost, ma senza Whoopi Goldberg, senza Demi Moore e senza nemmeno quel belloccio di Patrick Swayze.
La storia si regge sul niente: non cambio canale, semplicemente perché il protagonista fa il bibliotecario nella biblioteca di Chicago, e si occupa di fondi speciali. Già per me una roba così è da Oscar. Mi accontento decisamente di poco, stasera. In effetti proprio nelle prime sequenze del film lo scopriamo completamente nudo, impaurito ed imbarazzato, proprio nei corridoi scuri della biblioteca monumentale di quella città.
Il tipo ha una anomalia genetica non comune, che gli dà come effetto indesiderato quello di viaggiare nel tempo, in avanti e all'indietro. Il difettuccio non sarebbe poi così male, se solo potesse intervenire a cambiare le cose (non lo può fare: certo, ha provato mille volte a salvare la madre morta in un incidente d'auto mentre lui era bambino), o quanto meno decidere quando partire, verso quale epoca andare, e quando tornare a casa. No: i viaggi avvengono in modo random, nel bel mezzo del suo matrimonio, durante una cena galante, o in altre imbarazzanti situazioni. Gli amici più cari lo sanno e non se ne fanno un gran problema: tornerà, si dicono.
La moglie, quella povera baccalà che sarà innamorata di lui per tutta la vita, è destinata ad aspettarlo ad ogni momento: amplificando una sensazione molto comune anche tra le donne normali, che sanno ormai di non poter contare su molte certezze riguardo alla continuità della presenza del partner al proprio fianco. E così, com'è come non è, per stare sul sicuro lascia sempre un cambio di vestiario nel bosco, casomai il marito si ritrovi a sgambettare nudo tra le frasche.
Insomma, lasciamo stare. Ma se c'è da salvare qualcosa, salvo le scene in cui la figlia del viaggiante nel tempo si fa consolare da una se stessa più grande (già: anche lei piccina, ma già viaggina!). Come se ciascuno di noi potesse parlare con il se stesso di dieci anni prima o dopo, per farsi dare una dritta su come poi andranno bene o male le cose. Mica male, no? Altro che esame della carta dei cielo, cara Catia!