Ci sentiremmo davvero tranquilli se dovessimo salire su un aereo, sapendo che il pilota non è un vero professionista, con tante ore di volo alle spalle, ma solo un grande appassionato di aeromodellismo? Affideremmo la nostra colecisti dolorante a chi medico non è, ma non si perde una puntata di Dr. House? Affideremmo la nostra difesa in tribunale ad un appassionato di Grisham?
No, non lo faremmo mai.
E allora perché mai dovremmo considerare "normale" e addirittura "virtuoso" affidare le biblioteche nelle mani dei volontari? Grande rispetto – ovviamente – per chi aiuta le biblioteche, le sostiene e le promuove. Anzi, grande affetto per tutti costoro! Ma la gestione di una biblioteca che vuole sperare di funzionare per forza di cose deve stare nelle mani di personale qualificato e specializzato. Risparmiare sulla qualità del personale non è risparmiare, è boicottare il proprio futuro.
Oggi sulla lista professionale dei bibliotecari si è scatenata una bella discussione sul tema del volontariato in biblioteca. Il punto di partenza è rappresentato da un articolo apparso sulla Repubblica nei giorni scorsi, nei quali una illustre collega ha fatto un riferimento al rapporto tra il personale dipendente e i volontari nelle biblioteche pubbliche, il primo sempre più stanco, invecchiato e demotivato, e i secondi pieni di energie fresche, motivati e preparati.
A partire da questo riferimento si è aperto un dibattito intenso, destinato a svilupparsi anche nei giorni a venire. Il tema del rapporto tra lavoro retribuito e lavoro volontario è un tema vecchio e doloroso; la dimensione del dolore nasce dalla mancata identificazione tra il concetto di lavoro retribuito e quello di lavoro professionale. Se non fosse così, allora potremmo sempre dire: Vi fareste operare da una persona che ama la medicina, che magari ha un sacco di libri a casa sull’argomento, o preferireste affidare la vostra vita ad un medico vero, con tanto di laurea e iscrizione all’albo professionale? Vorreste che l’aereo sul quale viaggiate venisse guidato da un signore che fin da bambino ha amato collezionare modellini d’aereo, o preferireste un vero pilota?
Trasferiamoci in biblioteca: siamo davvero certi che gli operatori inquadrati nei ruoli delle patrie biblioteche siano davvero professionisti dell’informazione? Purtroppo siamo certi del contrario.
E proprio perché da nord a sud rileviamo una presenza preoccupante di operatori di ruolo sprovvisti di professionalità e di spirito di servizio, ecco che la crisi avrà l’effetto di indurre almeno alcuni amministratori (e magari non solo i più caproni) a ritenere che sia giusto e addirittura virtuoso risparmiare sui conti pubblici, affidando la gestione delle biblioteche a volontari gentili e volenterosi, capaci di sorridere e di tenere aperta la bottega anche fino a mezzanotte.
E ci sarà qualche amministratore che potrà pure pensare che le biblioteche possano prosperare anche senza direttore. Tanto, che cosa mai fa un direttore di biblioteca? Tutte cose che può fare qualcun altro, magari un filino meno bene. Ma un filino bene va bene lo stesso, no?
Come ebbe a dirmi un sindaco appena insediato, ormai tantissimi anni fa, in un momento in cui aveva bisogno di dare qualche sforbiciata al bilancio: “Ma puoi farla funzionare un pochino meno bene, la tua biblioteca?” Quel sindaco non aveva capito, purtroppo per i cittadini di quel comune, che la biblioteca di cui parlava era la sua, non la mia. Mala tempora currunt, ieri come oggi.
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