Oggi Sara Pollastri ha festeggiato il suo ultimo giorno di lavoro alla Biblioteca Ernesto Ragionieri di Sesto Fiorentino, e io non potevo non essere vicino a lei: Sara è stata una delle persone, assieme a Susanna Giaccai e Daniele Danesi (e con lei l’inseparabile Laura Guarnieri, poi passata all’Università), che nel lontano 1988 mi accolsero come giovane collega neo-assunta alla Biblioteca di Impruneta, e mi istradarono a comprendere tutti i segreti del servizio bibliotecario, in un’epoca fortemente segnata dalle innovazioni tecnologiche. Mentre io ho fatto tanti cambiamenti di vita e di lavoro, Sara ha preferito la continuità nella sede di Sesto Fiorentino, ma certo non è stata ferma a guardare il mondo che cambia: il suo bel daffare ce l’ha avuto eccome, se è vero che – oltre a gestire una biblioteca importante come quella in via Fratti – ha curato la nascita e la crescita della nuova Biblioteca di Doccia, nella sede monumentale delle Manifatture Ginori.
Le voglio e le ho voluto tantissimo bene: Sara è stata una professionista impeccabile, e una persona sempre disponibile a condividere idee e successi: a me ha insegnato tanto, ma non ha mai esercitato questo insegnamento in modo didascalico e pedante. E’ stata ed è un esempio di “essere umano per bene”, capace di guardare sempre un po’ più in là degli altri, ma anche di adattarsi col sorriso sulle labbra a scelte non felici di chi era chiamato ad imboccare una strada anziché un’altra. Ha subito duri colpi (ho saputo oggi, con mio grande dispiacere, che ha perso il marito), ma non perde mai – e non l’ha persa neppure oggi – la sua gioia sincera nel vedere gli altri stare bene.
Sono davvero contenta che abbia concluso il suo itinerario professionale e possa dedicarsi, ancora piena di energie, a tante altre cose da fare. E se saranno in pochi ad accorgersi che non c’è più in biblioteca, questa sarà la prova ulteriore di quanto bene ha lavorato, seminando il suo sapere e facendolo attecchire nei colleghi. Mai in prima fila a mettersi in mostra, mai con in bocca la parola “io”: una donna che ha saputo condurre senza esibirsi, con classe, con garbo, con eleganza. Una vera signora. Ciao, Sara: ora goditi un po’ di riposo!